Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2009
168 Bruno Orlandoni che dovrebbe essere più antica. Si tratta di quella che raffigura un complesso fortificato come sfondo alla deposizione di Cristo dalla croce, affrescata sulla parete terminale della navata meridionale della parrocchiale di Gignod. Que– sto complesso, come già segnalato dalla Peyror3 24 , sembra a tutti gli effetti identificabile proprio con la torre dei Balivi. . Sebbene reso in una costruzione spaziale piuttosto approssimativa il complesso appare caratterizzato da alcuni dementi inequivocabili. Il primo è il grande torrione primitivo prismatico che chiude il vertice nordovest della cinta romana. Il torrione appare identico a come è oggi, col suo retto a piramide a quattro spioventi, le sue aperture sottotetto (tre per lato, anche se mal distribuite) e una sorta di appendice che sembra un camino ma che potrebbe ben coincidere, anche come posizione, con l'abbaino che sormonta lo spiovente sud del tetto. Subito sotto il torrione si sviluppa la cinta muraria che alla sua appendice estrema è sormontata da una sorta di sporgenza con feritoie orizzontali. Po– trebbe benissimo trattarsi della "foraysia" che illathomus Guerra aveva dovuto costruire nel1420. Più a destra, oltre il taglio verticale costituito dal grande montante della croce, un'altra torre: si tratta inequivocabilmente della torre cilindrica che chiude oggi verso ovest il complesso balivale. Ancora più a destra due strutture a punta sormontate da piccoli globi. Dal momento che globi di quel tipo erano coronamento usuale delle strut– rure ecclesiastiche e data la posizione, sembrerebbe necessario identificare le due strutture in questione con la facciata della chiesa - evidentemente monocuspidata - e col coronamento del campanile del convento di Santa Caterina. I.:elemento più interessante dell'immagine è la torre cilindrica. Questa appare in questo affresco, che in base a dati storici e stilistici sembrerebbe da datarsi al penultimo decennio del Quattrocento 32 5, quasi mezzo secolo prima di quella campagna del balivo Leschaux a cui si assegna di solito la costru- 324 PEYROT A. La Vallée d'Aoste au fil des siècles, Torino 1972, scheda 7 a p. 9 e tav. a coloria p. 10. 325 La datazione più approfondira è stata proposta da Elena Brezzi (v. ROSSETTI BREZZI E. La pittura in Valle d'Aosta tra la fine del1300 e ilprimo quarto del1500, Firenze 1989, pp. 31-32) "emro l'ottavo decennio del 1400 e, comunque, prima del 1481". Personalmeme non sarei cosl drastico nel fissare il termine ante quem, perché il fatto - abbastanza sicuro - che fosse terminata la costruzione di una nuova chiesa non implica necessariameme che ne fosse terminata anche la decorazione. È certo comunque che le date di esecuzione devono essere cadute da quelle parti, anno più, anno meno.
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