Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2009

Costruttori di castelli 181 Ora col termine stufa di solito i documenti medievali indicano un vano priva di camino ma addossato ad una parete che deve essere il retro di un camino di grande dimensione. Il camino adiacente scaldava e il fatto che fosse aperto in una stanza diversa evitava gli inconvenienti del fuma facendo della "stufà' l' ambiente più adatto al soggiorno della famiglia nei mesi invernali. Ora il vano meglio rispondente a quelle che dovevano essere le caratte– ristiche della "grande stufa anticà' del castello è sempre il "tribunale" dell'an– golo sud-est. Il camino che vi si apre infatti è tarda, cinquecentesco, e nel 1483 non avrebbe dovuto esistere. La parete ovest della stanza confina poi con quello che è di fatto il più grande camino tra quelli delle stanze del primo piano. La "camera nuovà' ci tata nel testamento di Aimone II potrebbe quindi essere quella al seconda piano nell'angola sud-est. Il fatto che i lavori di fine Quattrocento abbiano riguardato quella parte del castello sarebbe confermato anche dalla saletta attigua nel corpo orientale, quella centrale sopra l'androne di ingresso. Questa è arricchita da uno stra– ordinario camino che è fin qui sfuggito a tutti colora che si sono occupati di Fénis (compreso chi scrive). Il camino occupa tutta la parete nord, consta di due pilastri in cotto staccati dalle due pareti laterali, sormontati da un'enorme mensola che fuoriesce oltre i due ritti fino ad incastrarsi nelle stesse pareti. La mensola sembra in pietra ma la materia è poco leggibile perché è interamente rivestita da una decorazione pittorica antica: un bel fonda verde scuro per– corso da steli e foglie sormontati da fiori rossi. Al di sopra, la cappa è decorata da una grande nicchia carenata sempre in cotto al cui centra troneggia un rilievo con tre angeli e lo stemma Challant. Ail' esterno della nicchia, a de– stra e sinistra, due più piccole figure di angioletti reggistemma. Sia il rilievo centrale che quelli laterali appartengono a serie note. Il primo è in realtà una delle chiavi di volta usate da Giorgio di Challant praticamente in tutti i suai cantieri, a Sant'Orso, in cattedrale, ad Issogne. 1 due angioletti invece appartengono alla serie usata nelle finestre del priorato di Sant'Orso come elementi angolari delle cornici esterne delle fine– stre356. La particolarità del tutto sta nel fatto che sia la chiave che gli angioletti laterali conservano ancora la lora policromia originaria e che questa si accorda 356 I.:unica citazione di questo camino che conosco è di Giovanni Donato, che la riporta non per conoscenza diretta ma in base ad una segnalazione di Simonetta Castronovo, come frutto "probabilmeme a seguito degli imerventi di restauro condotti da Alfredo d'Andrade o Vittorio Mesturino". V. DONATO G. Plasticatore chierese (?). 1480-1500. Chiave di volta con stemma Chaluznt, in RossETTI BREZZI E. (a cura di), La scultura dipinta, catalogo della mostra, Aosta 2004.

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