Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2009
182 Bruno Orlandoni perfettamente con quella dell'architrave del camino: i fiori rossi e le foglie che lo decorano sono infatti gli stessi che appaiono anche sulla chiave di volta. Naturalmente ci si chiede quali avrebbero potuto essere i livelli di im– plicazione di Giorgio di Challant in questo cantiere di Pénis. La risposta è incerta ma potrebbe essersi trattato anche solo di un semplice prestito o di una vendita di materiali da Giorgio ai suoi cugini di Pénis. 1 rapporti interni alla famiglia in quel momento erano abbastanza buoni. Finira la guerra di successione al titolo comitale i tre rami di Pénis, Varey ed Aymavilles, tutti discendenti da Aimone di Challant e Fiorina Provana, agivano di buon ac– corda. Aimone Il, con il testamento redatto proprio nella "camera novà' di Pénis, nominava suo erede universale Bonifacio di Varey, fratello maggiore di Giorgio. Giorgio stesso era nominato primo tra gli esecutori testamentari e si precisava che avrebbe dovuto essere considerato "ad eius tempus et vitam, in dicto castro Fenitii ac omnium bonorum dicti domini testatoris, pro suo usu et omnium servitorum suorum plenus magister et dominus" 357 • Giorgio nel 1484 era il primo degli esecutori testamentari anche di Giacometta d'Allin– ges358, vedova di Guglielmo di Challant Pénis e madre di quell'Umberto che, alla morte dello zio Aimone Il, nel1486, sarebbe poi diventato il signore uni– co di Pénis rimanendolo fino al 1513. Dai 1484 Giorgio era poi anche erede universale di Anna Francesca Marchand, vedova del suo fratello maggiore Bonifacio di Varey e dai 1499 era primo esecutore testamentario dell'altro suo fratello, Giacomo, signore di Usson e Retourtour. 1 rapporti tra Giorgio e gli Challant di Aymavilles sono poi notissimi: furono proprio questi rapporti a fare di Giorgio il tutore degli orfani del terzo conte, Luigi di Challant, e il grande committente dei lavori al castello di lssogne di cui ci occuperemo nei prossimi capitoli. Questa estesissima rete di connessioni permette di stabilire che lungo tutto l'ultimo quarto del XV secolo tutti i membri dei tre rami Challant sorti dai ceppo di Aimone di Pénis vedevano in Giorgio - vuoi per il prestigio delle sue cariche religiose, vuoi, forse, anche per la sua personalità e per il suo carattere (vuoi perché privo di eredi diretti in quanta uomo di chiesa) - il personaggio di riferimento di tutta la famiglia; oggi diremmo l'interfaccia che garantiva con equità il mantenimento di corretti equilibri tra tutti i membri dellignaggio. È quindi relativamente facile immaginare che Aimone II di Pénis, ve– dendo i nuovi cantieri del cugino Giorgio, gli abbia chiesto materiali e forse anche maestranze per i lavori che intendeva svolgere in quel castello che, in 357 ZANOLLI O. Les testaments des seigneurs de Challant, r. 1, p. 389. 358 ZANOLLI O. Les testaments des seigneurs de Challant, t. 1, p. 400.
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