Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2009
Costruttori di castelli 183 fondo, anche per lo stesso Giorgio rappresentava un po' la culla degli avi. Non a caso al centro del castello, sopra lo scalone, troneggia la figura di san Giorgio, santo protettore di suo nonno Bonifacio. E non a caso suo padre Amedeo doveva avergli dato quel nome, verosimilmente proprio in memoria del proprio padre, il maresciallo. Queste connessioni rivestono un particolare interesse perla storia dell'ar– chitettura in Valle. Come ho detto la "camera novà' del 1483 e la rifonda– zione della cappella del 1484 fanno convergere la più probabile datazione per questa campagna a Fénis attorno al 1480. Ora cio significherebbe che a quelle date esistevano già le chiavi di volta a stemmi Challant che si sarebbero poi usate fino all'inizio del Cinquecento ad Issogne, e che sempre alle stesse date il priorato di Sant'Orso doveva già aver ricevuto il suo rivestimento in cotto. Al riguardo si potrà osservare che dei sondaggi di termoluminescenza condotti sui cotti della facciata del priorato confermerebbero una datazione verso il 1476 359 • È pero soprattutto la datazione delle chiavi di volta a trova– re un'efficace conferma in quell'altra notizia, deducibile dai più sicuri dati dendrometrici che permettono di stabilire come tra i primi lavori ordinati da Giorgio di Challant a Sant'Orso ci fosse stata la demolizione dell'antica absi– de romanica ela costruzione dell'abside che vediamo ancora oggi, avvenute tra il1478 e il1482 circa, in totale coincidenza con le date che il testamento di Aimone II suggerisce perla campagna di restauri a Fénis. Comunque una ricognizione attenta delle diverse tipologie di elementi conservati all'interno del castello di Fénis potrebbe portare a definire con maggior precisione i limiti di questa campagna tardoquattrocentesca. ln effetti le mensole che reggono i soffitti delle sale dell'ultimo piano rivelano una certa omogeneità e sembrano piuttosto diverse da quelle dei soffitti dei due piani più bassi dell'edificio. I.:impressione è che tutto il se– condo piano abbia subito un'estesa trasformazione volta a rendere abitabili quelli che fino al tempo di Bonifacio 1 il maresciallo dovevano essere stati solo dei sottotetti, dei galetas. Del resto le decorazioni araldiche e pittoriche suggeriscono fortemente l'ipotesi che la stessa scala a chiocciola che porta al ballatoio più alto, sita nell'angolo sudest del cortile, come tutta la retrostante parete con porta lavorata a stucco, dati solo al tempo del secondo matrimonio di Bonifacio Il, poco dopo il1430. 1 lavori dovevano portare anche al riuso di elementi databili alle cam– pagne precedenti. Una delle mensole in pietra di quella che identifico nella 359 DE GATIIS G. 1 PERINETII R. Les analyses dendrochronologiques (1987-2004), in Bollettino della Soprintendenza peri Beni Culturali, n. 1, 2003-2004.
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