Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2009
Costruttori di castelli 17 aostano sono tangibili se si assume ad esempio il settore dell'oreficeria. Proviamo a prendere in esame alcune problematiche che recentemente si sono già affrontate tentando approfondimenti tramite confronti resi possibili da pubblicazioni e scoperte recenti. Il discorso puo partire da uno dei pezzi più no ti dell'oreficeria aostana, il più tardo dei calici gotici del tesoro della Collegiata di Sant'Orso che da tem– po, in parte anche su mia segnalazione, si è soliti attribuire alla bottega di Jean de Malines con una datazione al secondo quarto del XV secolo che, sia detto in chiaro, non è conseguenza diretta di analisi stilistiche - in Valle non esiste nulla di simile- ma solo dell'attribuzione all'orafo fiammingo. Ora il catalo– go della recente mostra "Sigismundus rex et imperator. Kunst und Kultur zur Zeit Sigismunds von Luxemburg 1387-1437", pubblica un calice conservato a Zadar, in Croazia, che è pressoché identico al calice di Sant'Orso. Il calice di Zadar è assegnato ad un orafo operante a Buda o Visegrad e datato con relativa sicurezza al 1371 16 • A questo punto l'attribuzione a Jean de Malines del calice di Sant'Orso entra a mio avviso pesantemente in crisi trascinando con sé anche la datazio– ne tradizionale al Quattrocento. Il calice puo ben essere trecentesco, datare almeno ali'ultimo quarto del XIV secolo, e puo benissimo essere opera dello stesso atelier orafo ungherese responsabile del calice di Zadar, o almeno di un atelier magari diverso ma a quello molto vicino per formazione e cultura. 1 modi dell'arrivo in Valle d'Aosta del calice sono ignoti ma si possono fare delle ipotesi molto precise. lnnanzitutto bisogna ricordare come lo stesso Si– gismondo di Lussemburgo avesse attraversato la Valle nel 1414. Si puo poi sottolineare come Sigismondo avesse rilasciato, quattro anni più tardi, il 16 luglio 1418, ad Hagenau, un salavacondotto al priore e a tutto il "convemus monasterii sancti Ursi ordinis Sancti Augustini, diocesis Augustensis, provin– ciae Tarenthasiensis". Justin Boson, pubblicando il documenta sottolineava come si trattasse di una concessione abbastanza usuale di cui si conoscono innumerevoli altri esempi, ma, giustamente, si chiedeva "pourquoi l'empe– reur s'intéressait à la Vallée d'Aoste et au prieur Anglici de la Collégiale de St. Ours", ricordando proprio come l'imperatore avesse attraversato la Valle nel1414 "avec une scorte de mille chevaliers, accompagné du comte Amédée VIII qui était à la tête de 500 soldats" e come quindi lo stesso Sigismondo avesse ben potuto conoscere Humbert Angley, allora prevosto di Saint-Gilles 16 I<ERNY T. Kelch, Buda oder Visegràd, 1371, scheda n. 1.23 in TAKAcs 1. (a cura di), Sigismundus Rex et Imperator. Kunst und Kultur zur Zeit Sigismunds von Luxemburg 1387-1437, Caralogo della mosrra, Budapest 2006, pp. 104-105.
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