Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2009
194 Bruno Orlandoni ln realtà esisrono almeno tre indizi che sembrerebbero suggerire l'esi– stenza di una campagna più antica, da collocarsi alla fine del decennio pre– cedente. Il primo di questi indizi è il graffito sotto il portico delle lunette che ri– corda come un personaggio di nome Jan de Volupe nel 1489 avesse fatto una "cave de ce chateaux" per un compenso di 20 fiorini. Il secondo e il terzo indi– zio sono entrambi di natura araldica. Uno è fornito dagli elementi decorativi del camino della cosiddetta "camera del re di Francià' e di tutta la sua parete. Sul camino lo stemma di Francia reca la scritta vive Louis, vive Louis le roy mentre sulla vicina porta si trovano due stemmi di Francia rispettivamente uno lambellato e l'altro bandato, allusivi di certo il primo ai Valois Orléans, il secondo ai Borbone. :raltro indizio si trova nella stanza del piano mediano del corpo centrale, la cosiddetta "sala d'armi". Ll, sempre sul camino, trovia– mo stemmi Savoia e Savoia Monferrato. La decorazione araldica della camera del re di Francia rimanda inequivo– cabilmente a Luigi XI e ai suoi due generi Luigi di Valois Orléans (il futuro Luigi XII) e Pietro II di Borbone. Bisognerà quindi pensare o ad una realiz– zazione entro la data di morte di Luigi XI, vale a dire entro il 1483, o negli anni immediatamente successivi, quando al trono era salito il figlio di Luigi, Carlo VIII, e i suoi due cognati d'Orléans e di Borbone rappresentavano pra– ticamente il vertice della nobiltà francese. La decorazione della sala d'armi allude invece chiaramente a Carlo 1 di Savoia- che tra l'altro, in quanto figlio di Jolanda di Francia aveva re Luigi XI come nonno e re Carlo VIII come zio - e a sua moglie Bianca di Monfer– rato. La data di morte di Carlo è il1490 e Bianca esercitava la tutela sul figlio minore Carlo Giovanni Amedeo fino al1496 374 • Mi pare abbastanza evidente come tutti i principali riferimenti cronolo– gici deducibili da queste informazioni si racchiudano tra l'inizio degli anni Ottanta e l'inizio degli anni Novanta. Comunque sempre prima dell'apertura del cantiere documentata dai conti conservati. Si puà aggiungere un'ulteriore osservazione. Tutti i riferimenti araldici sembrano escludere gli Challant, pro– prietari del castello. ln realtà non è cosl. 1 riferimenti, infatti, costituiscono una sorta di panegirico dei sovrani e dei principali riferimenti feudali di Lui– gi, terzo conte di Challant, che da Luigi di Francia, quando era ancora delfino 374 Ho già affrontato questi problemi in modo abbastanza dettagliato in ÜRLANDONI B. Architettura in Valle d'Aosta. Il Quattrocento, lvrea 1996, pp. 200-205. Rimando a quella pubblicazione per quanto riguarda tutti i riferimenti bibliografici e le precisazioni cronologiche.
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