Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2009

20 Bruno Orlandoni ternazionalità di circolazione dei dettagli di moda, se è vera la formazione di Mossettaz sul cantiere del Duomo milanese si dovrà infatti ricordare come vi avesse operato un mastro scultore di quell'origine, di nome Lasse da Unghe– ria, proveniente forse dai cantieri di Buda. I.:unico inconveniente, in questo caso è la data della sua presenza a Milano, il1391: forse un po' troppo presto perché Mossettaz potesse averne subito l'influenza in via diretta. Tutti questi dati permettono di immaginare uno straordinario fermento ad Aosta fin dall'inizio del nuovo secolo, se non già dall'ultimo decennio del Trecento. La grande esplosione dell'oreficeria valdostana deve quindi essere stara ben precedente all'arrivo di Jean de Malines nella regione. Infatti Gior– gio di Bruges teneva bottega a Châtillon almeno dal 1410, e non si deve poi dimenticare che già il31luglio 1409 un orafo di nome Jean Magnin, insieme a numerosi altri cittadini e borghesi di Aosta, sottoscrive un atto di fedeltà ad Amedeo VIII di Savoia sceso in città per la celebrazione delle Udienze Ge– nerali24. Non conosciamo nessun suo lavoro, ma il fatto che nd documento figuri tra i "burgenses Augustae" significa inequivocabilmente che viveva e verosimilmente lavorava in città: almeno da quel tempo- diversi anni- che era necessario ad acquisirne la cittadinanza. Certo non è facile individuare oreficerie databili all'inizio del nuovo se– colo ma ci soccorrono almeno in par.te i dati documentari sulle opere andate perdure. Una in particolare acquista un significato del tutto nuovo alla luce delle segnalazioni più recenti. Si tratta del pastorale del vescovo de Sonnaz. Il prelato, francescano - che è pure un potenziale donatore della croce di cristallo di Rhêmes 25 - è ricordato dal Catalogus del Vaudan per aver fatto costruire la cima muraria del convento francescano di Aosta e per aver dona– to alla cattedrale quello che a metà Cinquecento il Vaudan ricordava come "baculo pastorali qui de presenti defertur" 26 • Il pastorale è ricordato anche dal Genand: come "lituum seu pedum pontificium quo hodie augustani episco– pi (utuntur), argento, auro, gemmis et variis imaginibus mirificé elaboratis decoratum" 27 ed è parzialmente descritto da un verbale della sagrestia della 24 Livre Rouge, doc. VIII. 25 Sulla croce di Rhêmes v. ÜRLANDONI B. Orafo veneziano (?) Croce astile, scheda n. 42 in ÜRLANDONI B. (a cura di), La chiesa di San Francesco in Aosta, Torino 1986 e più recememente ÜRLANDONI B. Stefano Mossettaz, architetto, ingegnere e scultore. La civiltà cortese in Valle d'Aosta nef/a prima metà del Quattrocento, Aosta 2006, pp. 198-201. 26 VAUDAN J.L. Catalogus Reverendissimorum presulum civitatis Auguste pretoree, ed. in FRUTAZ A.-P. Lefonti perla storia della Valle d'Aosta, Roma 1966, p. 259. 27 GENAND F. De Reverendissimis simul et Religiosissimis almae Augustanae Salassorum ecclesiae Episcopis historiographica narratio, p. 164.

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