Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2009

Costruttori di castelli 25 Non escluderei che nella creazione dell'atmosfera negativa che circonda la torre un certo peso sia stato esercitato anche dallo stesso nome. Per altro il riferimento ai balivi, personaggi di farna non sempre positiva - come fin troppo spesso i funzionari del potere, a partire dal perfido sceriffo di Notting– ham - è, a mia conoscenza, solo tardo. Fino almeno all'inizio del Seicento la torre nei documenti appare citata come "turris domini comitis" (come ho già detto), oppure come "turris domi– ni civitatis Auguste", con una dicitura di ben altro rilievo in cui era sintetiz– zata la funzione stessa dell'edificio: quella di rappresentare il signore sovrano della Valle all'interno di quella che della Valle era la capitale e l'unica città. In effetti tutto cio che sappiamo della storia dell'edificio non ha in sé granché di sinistro o tetro, almeno fino a tutto il tardo medioevo. La torre era il luogo di residenza ufficiale del balivo anche se, di fatto, non sembra che nessun balivo e forse neppure nessun vicebalivo vi abbia mai risieduto stabilmente. La torre doveva pero avere un suo personale almeno di dipendenti, se non proprio di abitanti, ed era dotata pure di una cucina. Vi si doveva quindi fare da mangiare per qualcuno -le guardie? i prigionieri detenuti nel carcere?- mentre l'esistenza di scuderie e latrine citate dai conti testimonia di una certa ampiezza e complessità di servizi a disposizione della guarnigione che la gestiva. Per quanto riguarda i dati storici sappiarno che l'edificio è citato dai documenti già nel 1192. A quell'epoca era proprietà della farniglia De Pa– latio, che prendeva il nome dai resti del vicino anfiteatro romano, che i do– cumenti medievali locali ricordano sempre proprio con il nome di palatium rotundum. La datazione con la dendrometria di alcuni frarnmenti ritrovati nei fori pontai della torre indica significativamente gli anni 1193-94. Sem– brerebbe trattarsi del momento di vera e propria costruzione della torre e si è osservato come questa costruzione - caso unico in Valle - sia stata condotta utilizzando estensivamente i blocchi in calcare travertinoso che costituivano il rivestimento della cima muraria romana sul cui spigolo la torre insisteva. Per la precisione si è calcolato che le mura dovevano venire spoliate per una lunghezza di circa 300 metri, corrispondenti ai due tratti esistenti tra la torre stessa e le due prime torri intermedie dei lati nord ed est 40 • Sono eventi arcaici collocabili in anni che, purtroppo, ci hanno traman- 40 Su tutti questi dati v. .APPOLONIA L. / AVANTEY C. /DE GATTIS G. /DOMAINE R./ DUFOUR N . / ZIDDA G./ CORTELAZZO M. / GLAREY A./ P!CCIRILLO A., Il complesso architettonico della torre dei Balivi in Aosta, in Bollettino della Soprintendenza per i Beni Culturali, n . 3, 2006.

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