Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2009
26 Bruno Orlandoni dato scarsissima documentazione scritta. Sui De Palatio, quindi, sappiamo pochissimo. Solo che dovevano essere una delle famiglie più in vista della città e che, secondo alcune ipotesi, dalloro ceppo si sarebbero poi sviluppati i De Arenso - De Thora. Nel Duecento sono citati diversi membri della famiglia, come quel Ricarmo che donava alla cattedrale un bacinetto metallico per conservare la testa di san Grato: un dono che, per l'epoca, indicava la sicura agiatezza e il rango del donatore 41 • Guglielmo de Palatio nel 1263 vendeva la torre al conte Pietro II di Sa– voia. Pietro, tre anni più avanti, nel 1266, avrebbe istituito in città la carica di balivo, ed è molto probabile che l'acquisto della torre fosse avvenuto già in prospettiva di quella scelta che doveva essere maturata da tempo, seppure attuata poi solo più tardi. Nel 1277 la torre è citata perla prima volta in un documento con la nuova qualifica di "Turris Comitis", anche se è verosimile che i de Palatio se ne fossero riservate delle parti o, almeno, che avessero mantenuto su di essa dei diritti. Cio sembrerebbe testimoniato dal fatto che Aimone de Palatio, nel 1287, la riconosceva feudalmente ai Savoia e nel 1311 ne cedeva alcuni diritti a suo fratello. Nel corso del Trecento la torre dovette rientrare totalmente sotto il do– minio comitale diretto, stabilizzandosi proprio come residenza del balivo in Valle. Naturalmente è citata in moltissimi documenti ma i dati conosciuti sulla sua storia monumentale e architettonica, fin qui erano solo due. Il primo è l'informazione di una campagna di restauri condotta nel 1406. È De Tillier a rendercene conto quando scrive "Le bally d'Aôste Jean de Pectigny a fait fabriquer, environ l'an 1406, et du debris des muraillies de la citté, le vieux corps de batiment joint a la ditte tour" 42 • Il secondo è la notizia di un'ulteriore campagna di restauri condotta un secolo più tardi, nel 1540. Anche questa informazione è riportata dal De Tillier: "Le ballif Antoine de Leschaux l'a augmenté du pavillion pres de la grande porte et y a fait faire plusieurs autres reparations" 43 • Il grande storico 41 Purtroppo questo Ricarmo non appare altrimemi documemato. La datazione del dono resta quindi del tutto ipoterica. Si puo osservare come la tipologia rimandi - in tono ben più semplificato - a certi cibori spesso di provenienza britannica databili solitameme a cavallo rra XII e XIII secolo. Si trattava pero di forme di grande diffusione. Brunod e Garino propongono una datazione a "fine secolo XIV" che mi pare smemita anche dalla grafia della dedica, decisameme più arcaica. V. BRUNOD E. 1 GARJNO L. La cattedrale di Aosta, Aosra 1996, p. 510. 42 DE TILLIER). B. Historique, p. 359. 43 DE TILLIER J. B. Historique, p. 359.
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