Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2009
254 Bruno Orlandoni Se scendiamo ad analizzare l'area corrispondente del primo piano, ri– troviamo lo stesso assetto, ma anche solo ad un'osservazione superficiale ci rendiamo conto del fatto che i due vani sono più piccoli. Mentre non varia la larghezza, che si aggira ad entrambi i livelli attorno ai 160 centimetri, la lunghezza cala dai 350 centimetri dei due vani del seconda piano ai circa 220 centimetri di quelli del primo. Ci si rende subito conto del fatto che lo spazio mancante in realtà è cela– ta tra i due ambienti ed è un vuoto chiuso, inaccessibile, i cui lati dovrebbero misurare attorno ai 160 centimetri per poco più di 200, che funge da pozzo perdente per gli scarichi delle latrine del piano superiore. Se dai primo piano scendiamo al piano terreno ci rendiamo conto del fatto che quasi tutta l'area corrispondente ali'estensione delle latrine dei due piani superiori si trasforma in pozzo perdente inaccessibile se si escludono due piccoli vani alle due estremità est e ovest. Complessivamente al piano terreno, al conto degli spazi praticabili, in quella zona, fa difetto un'area di circa 680 per 320 centimetri; quest'area comprende le pareti maestre e il poz– zo perdente tra queste racchiuso per un'estensione approssimativa di almeno 500 per 140 centimetri. Non è tutto. Il pozzo perdente termina di fatto in un vero e proprio condotto idraulico di scarico. Infatti si apre in verticale su un rivo interrato che scorre in senso ovest est. Ne! complesso la soluzione adottata dall'architetto, come ho detto in questo caso quasi di certo proprio Pierre d'Aymo, è semplice e funzionale, anche se forse un poco dispendiosa sul piano degli spazi. Per altro se di una cosa si abbondava a Issogne questa era proprio lo spazio; la sua perdita quindi non era tale da incidere di fatto sull'organizzazione complessiva dell'edificio. È comunque, ancora una volta, l'idea stessa di una torre di latrine au– tonoma ad essere interessante. Nell'ambito dell'architettura aostana, infatti, non è diffusissima anche se negli ultimi anni se ne stanno scoprendo diversi esempi. L'unico superstite che si sia fin qui citato (ma non rilevato o studia– to sotto il profila tecnico) è il corpo di latrine del castello di Arnad. 1 conti trascritti da Gerbore accennano poi ad una turris necessariorum anche a Cly. Credo che la si possa identificare nella torre che si connetteva al corpo meri– dionale abitato del castello, di cui pero oggi restano solo più pochi frammenti difficilmente leggibili. Un ulteriore caso è costituito da una torre di latrine, oggi non più in– dividuabile, annessa al priorato di Sant'Orso e citata con evidenza in uno degli articoli di spesa del registra di conti del1495. Un altro esempio ancora esistente, anche se abbondantemente manomesso, è quello costituito da una
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