Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2009
Costruttori di castelli 257 delle due scale vicine. Scale che, pero, in tal caso, dovrebbero considerarsi preesistenti alle campagne costruttive di fine Quattrocento. In effetti alcuni particolari tecnici, oltre alla logica, sembrerebbero con– fermare la preesistenza dei corpi scalari alle campagne di fine Quattrocento. Una singolare finestra al piano terreno del corpo prismatico sud, per esempio, risulta preesistente alla parete del portale del viret che gli si implacca sopra. E il viretstesso, come si è visto, risulta citato come esistente nei computa almeno già nella primavera del1497, in una fase iniziale delle campagne di riassetto volute dal priore di Sant'Orso. Questo aspetto planimetrico distributivo si somma a quello più propria– mente stilistico che è, se possibile, ancor più ambiguo. Stilisticamente parlando, infatti, entrambe le scale presentano almeno alcuni elementi tardoquattrocenteschi. Quella prismatica è coperta da voltini a crociera retti da quelle mensole con elementi vegetali e con figura grottesca che troviamo in quasi tutti i cantieri di Giorgio di Challant. Cosl la scala a chiocciola si apre ali'esterno in una serie di finestre crociate che nei !oro mo– tivi decorativi denunciano con evidenza il tardo Quattrocento. Altrettanto tardoquattrocentesco è il motiva decorativo del pilastro di base centrale dello stesso viret. Molto meno databili sono invece i due volumi complessivi delle scale. Questi, nella !oro genericità, potrebbero benissimo risalire a campagne di primo Quattrocento, se non addirittura di tardo Trecento. Datazioni del tutto analoghe potrebbero anche avere la quasi totalità delle porte aperte sul viret, di esecuzione e decorazione semplicissime, possibili in pratica durante tutto l'arco del X.V secolo. I dati stilistici inducono quindi ad affermare che in entrambe le scale si deve essere lavorato ne! corso delle campagne di fine secolo volute da Giorgio di Challant. Ma che per entrambe le scale è difficile stabilire quale sia stato il livello oggettivo dell'intervento operativo. Nella scala prismatica l'impo– stazione e la funzione dei voltini quali elementi di sostegno delle rampe di scalini sovrapposte induce a supporte che a fine Quattrocento si sia costruita proprio la scala, ma anche in tal caso non necessariamente il corpo prisma– tico che la conteneva, che potrebbe ben essere preesistente e aver contenuto già prima un'altra scala, per esempio lignea. Nella scala a chiocciola, invece, l'intervento di fine secolo avrebbe anche potuto limitarsi ad una ridefinizione delle aperture verso l'esterno: le grandi finestre crociate avrebbero quindi pre– sa il posto di più antiche finestre, probabilmente a luce semplice e architrave carenato. Finestre che potrebbero benissimo essere quelle che vediamo aprirsi ne! segmenta di parete a destra del viret, tra lo stesso e la torre prismatica dell'altra scala. In altri termini in questo segmenta di parete, che dovrebbe
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