Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2009

Bruno Orlandoni Avevo già analizzato brevemente questo settore del cantiere 857 servendo– mi dei materiali trascritti nella tesi di laurea di Maria Camber 858 • Il quadro che ne emergeva era quello di una miriade di sterratori, manovali, operai im– piegati regolarmente nei lavori più umili e di fatica: taglio della pietra alla pie– traia e alla cava dei tufi, raccolta e sbozzatura delle pierre alla garena, trasporto della terra e collaborazione alla sua cottura alla fornace dei mattoni, trasporti di tutti i materiali dalle cave al cantiere, collaborazione alla costruzione di officine o strutture di servizio, come il pontife sulla Dora, la nuova segheria a Palaz, la fornace dei mattoni di mastro Giovanni Gina. Scrivevo: "Moiti sono chiaramente del paese o al massimo delle frazioni dei dintorni: Jan de Jan de Lavan, ]aquino de Meliand, Piero Cout, Piero e François du Blanc de Visey sono di Issogne; François de Theodule, François de Martinet, e il figlio anonimo del Gras du Rial sono di Fleuran". Probabilmente sempre dai circondario se non dallo stesso paese doveva– no provenire Jacques Curet, Jaquemo de Jorio, Bertholomé de Magot, Jaques fys de Magot, Oomeyne du Sartoret de Vyssey. Moiti di questi personaggi sono impegnati anche in lavori esterni al can– tiere: trasporto di fascine di legna per la cucina, o di derrate alimentari, o di attrezzi non necessariamente legati ali'edilizia quanto piuttosto ali'agricoltu– ra, come forconi o rastrelli per paglia e fieno. Dobbiamo sicuramente pensare che la maggior parte di questi personaggi più che veri e propri artigiani fossero semplici abitanti del paese, verosimilmente contadini e agricoltori, coinvolti nel cantiere per aiutare i maestri veri e propri e gli operai più specializzati, e probabilmente anche ben contenti di avere un'occasione in più per arroton– dare i loro introiti, di cerro molto modesti, ma verosimilmente impiegati al castello part time, perché per il resto obbligati anche a tener dietro ai lavori dei propri campi o alla cura del proprio bestiame. Come già a Fénis, ma anche come a Cly, a Quart, a Bard, emerge quindi ancora una volta il ruolo che l' apertura e il funzionamento di un cantiere di 857 ÜRLANDONI B. Artigiani e artisti in Valle d'Aosta, lvrea 1998, pp. 23-26. 858 CAMBER M. Il castello di Issogne, œsi di Laurea, Università di Trieste, Facoltà di Lettere e filosofia, anno ace. 1969-1970. Trascrizione non sempre perfetta. È ad un errore di questa trascrizione - e sicuramente anche ad una mia carenza di verifica - che si deve l'individuazione di un personaggio di fatto non esistente. Tradito anche dai fatto che questo personaggio, individuato dalla Camber come "Berthe de Magot", veniva sem– pre sistematicamente sottopagato, avevo pensato che si trattasse di una donna. In realtà Zanolli trascrive sempre questo "Berthe" come abbreviazione di Bertholomé de Magot. Quindi uomo. Resta da chiarire il perché dei suoi compensi sempre sottomisura rispetto anche agli altri ben modesti salari dei manovali.

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