Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2009
Costruttori di castelli 283 queste dimensioni e importanza rivestiva non solo in rapporta alle problema– tiche specifiche della committenza, ma in generale in rapporta a quella che era la vita e la gestione economica di tutta la comunità. Da un lato con il coinvolgimento sul cantiere di tutte le forze lavorative locali, anche a livello minimo. Da un altro lato con l'attivazione di tutto il sistema artigiano organizzato non solo nel paese ma in una porzione di terri– torio ben più estesa: dai fabbro del martinetto, ai mastri di segheria di Isolla, a Brunet fabbro di Hône, al carpentiere di Arnad François de Prez col suo aiurante Collet. Per un ultimo verso, infine, con il richiamo sul cantiere di personale specializzato da tutta la regione e anche da fuori. 1 muratori di Perloz o di Champorcher, o Jean de Balma detto di Antey, ma anche e soprattutto i lathomi: il savoiardo Pietro de Aymo, Michele de Ecclesia col suo valletto Ubertin 859 (piemontese?) e Raymundus Quarti, probabilmente ginevrino. Mi piace molto l'idea di queste localizzazioni - anche se non posso non sotto– lineare come l'unica certa sia la prima, mentre la seconda sia del tutto club– hia- perché mettono in campo, intorno all'ultimo capolavoro del morente gotico valdostano, tre maestri provenienti dalle tre diverse aree culturali che, confinando con la Valle d'Aosta, ne hanno sempre costituito insieme il retro– terra e lo sbocco: l'area franco-savoiarda, quella svizzero-germanica e quella lombardo-piemontese. 859 È citato un'unica volta nei conti "Uberrin varlet de metre Michié", quando viene pagato per 30 giornate di lavoro passare "a fere le mortier" (CSU III 8518).
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