Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2009
Costruttori di castelli 309 tutto anomalo, che tutto lascia supporre essere stato, in tempi arcaici, un muro esterno. 1 tempi di costruzione di tutti questi dementi restano del tutto ipotetici. Si possono enunciare solo i pochi dati sicuri. lnnanzitutto va segnalato che i due corpi, nel loro fronte a valle, sono separati tra loro dai piccolo corpo aggettante dalle pareti in pietra a vista. Questo non è null'altro che una torre di latrine. Alcuni lavori condotti di recente per sistemarvi un gabinetto al pri– mo piano hanno portato in luce, oltre ad un pilastro poligonale di bellissima fattura che sembra lo stipite duplice di due porte affiancate ad angolo retto, al di sotto del pavimento attuale, una vera e propria canna vuota, profonda diversi metri: evidentemente il pozzo perdente delle latrine soprastanti. Sia– mo quindi di fronte ad un'altra di quelle singolari invenzioni dell'ingegneria edile tardomedievale che da qualche tempo scopriamo essere state in Valle ben più numerose di quanto non si fosse fin qui immaginato e che, nell'am– bito delle committenze di Giorgio di Challant, hanno almeno uno e forse due equivalenti: la tour des retrays di Issogne e quella che abbiamo visto connessa al priorato di Sant'Orso. I due corpi costituenti i due terzi meridionali dell'edificio priorale, al loro interno mostrano poi evidenti i segni di un radicale intervento tardogo– tico: l'intero corridoio del piano inferiore, la metà nord di quello del piano superiore e diverse stanze hanno ancora alloro posto una bella serie di soffitti lignei, tutti uguali tra loro e quindi tutti riferibili ad un'unica campagna di restauri che tutto indurrebbe a collocare tra l'inizio del Quattrocento e il pri– mo Cinquecento. I soffitti in questione, costituiti da belle travi modanate, si sviluppano con continuità dai corridoio alle stanze vicine, il che permette di stabilire che in origine erano unitari. Vale a dire che tra corridoio e stanze non c'era soluzione di continuità. Cioè che il corridoio non esisteva. Secondo una distribuzione molto più consona agli edifici tardomedievali le stanze interne del complesso priorale erano disposte tutte una di seguito ali'altra e si disim– pegnavano una sull'altra. Il corridoio pub essere considerato un intervento molto più recente, di certo non precedente il Seicento. Si potrebbe forse far coincidere questo intervento con quello segnalato dai Bono: Le prévôt jean– Etienne, entre 1661 et 1672, construisit un logement pour les religieux, dans le haut bâtiment commencépar son prédécesseurm. In effetti non si capisce quale potrebbe essere questo haut bâtiment se non proprio il corpo priorale. Non mi lascerei poi ingannare dai testo del Bono. Quando questi parla del prédé- 9 79 BONO 1912 cit. p. 190.
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