Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2009

366 Bruno Orlandoni nizzazione dello stato sabaudo messa in atto da Emanuele Filiberto 1224 • Il tra– sferimento della capitale a Torino, la trasformazione verso il 1570 degli isti– tuti dei balivati e delle castellanie in organismi amministrativi diversi, nuovi e più centralizzati, la necessità per la nobiltà di ridisegnare una nuova mappa ed un nuovo organigramma di alleanze in cui i ruoli principali si spostavano molto più sulle famiglie piemontesi, prima più defilate rispetto a quelle savo– iarde, innescavano un meccanismo che, se a livello centrale determinava né più né meno il passaggio dello stato sabaudo dai medioevo alla modernità, a livello della periferia valdostana innescava un singolare volano di crisi perpe– tua che si protraeva per oltre mezzo secolo, fino al devastante esplodere della peste del1630. Comunque già a fine Cinquecento in Valle non si costruivano più né torri né castelli. Il più significativo edificio di oggettivo interesse architettoni– co a fine Cinquecento, il palazzo del barone Roncas ad Aosta, apparteneva ad una tipologia ormai completamente nuova. Nondimeno - e potrebbe apparire un norevole paradosso - è proprio al Cinquecento, e spesso alla sua fase matura, che si possono datare alcuni tra i vertici dell'architettura valdostana. In particolare il taglio della pietra raggiunge livelli di qualità altissimi e Il si mantiene, su binari spesso arretrati ma comunque sempre splendidamente arretrati, probabilmente fino a quando gli ultimi rappresentanti di queste formidabili generazioni di magistri lathomi vengono cancellati dalla peste del 1630. • 'è .... . ~ . 1224 Una significariva analisi di questa situazione di epocali trasformazioni è in DE ANTONIO C. Aosta al tempo di Emanuele Filiberto, Torino 1928.

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