Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2009

72 Bruno Orlandoni fatti a termine alcune riparazioni al castello coadiuvato da un anonimo "figlio di Brunodo Octini" e dai manovale Lorenzo di Chambave. Il nome del lathomus Petrus de Lies fino ad ora è stato rintracciato solo in questi conti. Il fatto che il cognome appaia in altri documenti relativi alla zona lascerebbe intendere che fosse originario del circondario di Cly, tra Saint-Denis e Verrayes 137 • 1 compiti che Pietro avrebbe dovuto assolvere in quest'occasione erano relativi ad un intervento sull'acquedotto del castello, quello stesso acquedotto che abbiamo visto essere stato ricostruito interamente ne! 1379 dai magister bornellorum Vuillermus de Trona e poi già restaurato a più riprese da Aymo– netto Perreti 138 • lnsieme al suo socio, l'anonimo figlio di Brunodo Ottini, e alloro aiurante Lorenzo di Chambave, ne! corso di una campagna lavorativa durata 11 giorni, Pietro scavava un tratto di acquedotto riportando in luce le tubazioni interrate, rimuoveva quelle usurate, le sistemava e le rimetteva in opera reinterrando poi il tutto. La parcella che gli veniva pagata per l'in– tervento ammontava a tre grossi al giorno, per un totale complessivo di due fiorini e nove grossi: un compenso decisamente elevato rispetto agli standard che abbiamo visto fino ad ora. Nella stessa occasione e sempre avendo al proprio fianco il figlio di Bru– nodo Ottini gli veniva affidato anche un altro compito: quello di rifare la porta della torre. Non sembrano esserci dubbi sulla necessità di individuarla nella porta ad arco a tutto sesto che ancora oggi si apre verso la corte interna del castello, sulla parete sud della torre. La porta, ad un'osservazione super– ficiale, rivela un'impostazione tale da suggerire una datazione molto più ar– caica: al limite la si sarebbe anche potuta fissare in stretta coincidenza con le date ipotetiche di prima costruzione che la dendrocronologia fissa addirittura attorno alla metà dell'XI secolo. Eppure il resto del conto sembra inequivo– cabile e riassume anche le diverse fasi del lavoro elencandole. Si sarebbero dovute cavare e tagliare le pierre necessarie; smantellare la porta antica, vale a dire verosimilmente il suo telaio litico; murare al suo posto il nuovo telaio in pietra di cui non si precisa la natura; infine tamponare l'unica finestra che doveva essere ancora aperta nella torre. Per questa parte di lavoro era previsto sempre un salario di 3 grossi al giorno mentre il conto precisa che i lavori sarebbero durati 12 giornate. Pie- 137 Una Pantaléonne de Lyes, moglie di Martin Cavorsin, il3 aprile 1502, conferma, per esempio, l'infeudazione "d'une vigne, sise au mandement de Cly, lieu-dit Les Ronchetres" AHR FC vol 83 rn 2° doc 2. 138 Supra, vol. 1, 3.3.

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