Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2009
76 Bruno Orlandoni bus et expensis faciendo et complendo de membro ad membrum supradictas reparaciones ... ecc. ecc. ecc." 14 3. Come nel caso dell'intervento alla torre dei Balivi, anche qui a Cly, quel– la di Mossettaz si propone come un'operazione di portata limitata. Sempre come nel caso dei Balivi - e poi vedremo nel caso analogo di Quart - non va pero sottovalutato il fatto che l'arrivo di Mossettaz si colloca dopo un decen– nio di attività di Corniaux. Evidentemente dopo le campagne più massicce organizzate dall'archi– tetto di Vaud non doveva restare più molto da fare, almeno nel settore della messa in sicurezza e della manutenzione primaria degli stabili. A Cly, poi, come si è visto, le tre successive campagne condotte dal capomastro Johannes Agathe dovevano aver veramente rimesso a nuovo il castello, che doveva ap– pariee tutto reintonacato di fresco. Mossettaz comunque programmava i suoi interventi, pur limitati, con la stessa attenzione e minuzia che aveva caratterizzato l'attività del suo pre– decessore. Il resto evidenzia anche quella che doveva essere l'ampiezza del mandato del magister operum. Almeno cosl sembra di intuire là dove il testo precisa che i lavori erano stati ordinati dal castellano di Cly "vigore iniunctionis sibi facte per dictum magistrum operum". ln altri termini sembra che Mossettaz disponesse di un vero e proprio potere di impartire ordini agli stessi castella– ni. Va da sé che cio doveva valere nel solo settore degli interventi sulle opere pubbliche, nel solo specifico della manutenzione e restaura degli edifici. Pare comunque un potere non indifferente, soprattutto se si tiene conto del fatto che i castellani erano quasi sempre membri dell'alta nobiltà di corte, mentre i magistri operum, almeno Corniaux e Mossettaz, erano semplici artigiani bor– ghesi. Per altro cio sembrerebbe in linea con quel passo delle perizie condotte da Corniaux in cui abbiamo visto l'archiretto losannese non esitare di fronte alla necessità di accusare esplicitamente il castellano di Cly - Francesco di Challant - di aver trascurato la manutenzione del castello. A chi abbia anche solo un poco di dimestichezza con la mentalità del– la nobiltà cavalleresca del tardo medioevo, tutto cio non puo che apparire come un caso anomalo di singolare modernità: un curioso caso di sana logica prammatica che, anteponendo la tecnica alla politica e, ancor più, la "corretta amministrazione" ai privilegi di classe, getta un ponte sui secoli, offrendo un esempio che anche oggi sarebbe d'attualità, perché solo raramente osservato almeno nelle vicende di gestione del patrimonio del nostro paese. 143 AST 68/63 12/2 1439-1440.
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