Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2009

Costruttori di castelli 85 Pietro deJordanis è sicuramente pievano di Settimo subito dopo, nel1367 162 • Anche una successiva campagna di decorazione potrebbe implicare gli Jor– danis. Il frammento più significativo raffigura una Vergine con bambino e San Pietro di Lussemburgo. È assegnabile al modesto maestro operante tra l'Ossolano e il novarese noto come "Maestro della Madonna di Re" 163 e po– trebbe cadere come datazione nd primo decennio del Quattrocento. Purtrop– po non sappiamo in quale anno gli Jordanis avrebbero acquisito il feudo di Settimo. Sappiamo solo che Giovanni risultava signore di Settimo nd 1439 mentre all'infeudazione di Montalto del 1403 avevano fatto seguito quelle di Castruzzone e Carema del 1409. Quello che è certo èche anche la scelta iconografica sembra particolare e significativa. Il beato Pietro di Lussemburgo era infatti un santo tipicamente "avignonese" e la sua apparizione in questo contesto sembrerebbe riconfermare i livelli di implicazione internazionale della committenza, nd momento in cui Avignone era teatro delle imprese del primo cardinale valdostano, Antonio di Challant. Per quanto riguarda la cappella della Santa Croce di Bard ne possediamo due rapide citazioni di poco più tarde, nei verbali delle visite pastorali del 1416 e del1420. Nella prima si ricorda: "Alia capella fondata in ecclesia Bar– di a latere destro per dominos de Jordanis ... cuius altare ad honorem Sancte Crucis ... super altare ymago Beate Marie in parvo tabernaculo". Nella secon– da si cita semplicemente: "Item est capella in latere dextro dicte ecclesie quam fundarunt dompni Montis Alti de Jordanis, Beate Crucis" 164 • Alla committenza Jordanis a Bard si deve ricondurre anche un "bel ta– bernacolo d'argento per portare il corpo di Cristo nella festa dell'Eucarestia, sono la custodia degli Jordanis che l'hanno regalato" 165 oggi purtroppo per- 162 Sugli affreschi v. SARON! G. Tra la Lombardia ela Francia: pittori e committenti del Trecento in area torinese, in RoMANO G. (a cura di), Pittura e miniatura del Trecento in Piemonte, Torino 1997, pp. 154-155. 163 Sul maestro della Madonna di Re v. GALL! MICHERO L. M. La pittura del Trecento a Novara e nef suo terriorio, in ROMANO G. (a cura di), Pittura e miniatura del Trecento in Piemonte, Torino 1997, pp. 315-317. Gli affreschi di Settimo- v. SARON! G. cit. in G. ROMANO (a cura di), 1997, pp. 169-171 -sono assegnati ad un anonimo "pitrore eporediese, 1390-1395", ma la coincidenzadi mano con la prolifica bottega del maestro della Madonna di Re è evidente. Tra l'altro, questi, almeno una volta, a San Martino di Bolzano Novarese, avrebbe anche affrontato un soggetto vistosamente aostano: un Sant'Orso (non "vescovo" come erroneamente detto in L. M. GALL! MICHERO cit. p. 317, ma semmai "confessore"). 164 ROULLET E. Vita religiosa nella diocesi di Aosta tra i/1444 e i/1525, Tesi di laurea in sroria del cristianesimo, Facolrà di lettere e filosofia, Università degli studi di Torino, Anno Ace. 1981-82. 165 "pulcrum tabernaculum argenri pro porrando Corpus Christi in fesro Eucaristie sub cusrodia Jordanorum quia dederunr": v. ROULLET E. cit. p. 123.

RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=