Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2010

8 Gabriele Sartorio antiche è inoltre risultata difficile a causa dei lavori sette-ottocenteschi che avevano trasformato l'intera area del castello in vigneto: la creazione di terrazzamenti, ancora oggi ben visibili all'interno delle mura castrensi, ed i lavori per la messa a coltura dei filari comportarono infatti degli interventi decisamente invasivi sulle strutture esisten– ti, fino alla modifica della morfologia stessa del sito 3 • Parallelamente all'indagine archeologica è stara avviata la ricerca archivistica, avente come spunto la conoscenza dell'esistenza, presso l'Archivio di Stato di Torino, di un "conto delle castellanie" datato 1274-1275, contenente notizie circa la costru– zione della torre cilindrica 4 • Si tratta nella fattispecie di un documento di carattere economico, una rendicontazione delle spese sostenute e delle entrate incamerate, stilato per conto del Balivo di Aosta e Châtel-Argent Pietro di Chavannes e vidimato da funzionari comitali savoiardi, specificamente inviati a questo scopo sul territorio. Non essendo di professione un paleografo né uno storico, e cercando di con– centrare l'attenzione sul problema architettonico e tecnico-costruttivo, ho deciso di escludere dalla lettura tutta la parte del conto relativa alle entrate e di provare una trascrizione della porzione terminale del rendiconto, quella relativa alle uscite, ed in particolare a quelle spese collegate alla costruzione del castello o comunque riferi– bili al sito in esame. La descrizione dei lavori effettuata nel documento non prende in considerazione infatti la sola torre, ma descrive un vero e proprio rinnovamen– to castrale visibile anche a livello archeologico in seguito alle ultime ricerche, una fase di grandi cantieri che vanno a modificare l'intero castello contemporaneamente all'erezione della torre maggiore. lnoltre vengono citati tutta una serie di altri lavori collegati al complesso castrale, ma non direttamente interessanti strutture militari, opere che, come vedremo, risulta estremamente utile conoscere e considerare per poter avere un quadro più completo ed allargato di come doveva apparire il siro nella seconda metà del XIII secolo. 3 La presenza di tagli in roccia, ben visibili nella pietra su cui il donjqn è stato fondato, potrebbe in realtà non riferirsi alla messa a coltura dell'area, quanta alla cava di materiale adana alla produzione di calce. I.:ipotesi si basa sulla qualità della roccia stessa (bardiglio), oltre che sulla presenza dei segni lasciati dagli strumenti utilizzati per rompere la pietra, ma dovrà essere confermata da ricerche più specifiche che tengano canto anche dell'analisi chimica del materiale e della sua comparazione con la calce effetti– vamente utilizzata nell'edificazione del castello (analisi già avviate in collaborazione con il Laboratorio di restaura del Dipartimento ricerca e progetti cofinanziati della Regione). 4 AST, sez. riunite, lnv. Sav. 68, Fo. 2, M. 1, N. 2. Il canto era inoltre già stato citato o parzial– mente edita in pubblicazioni passate: GABOTIO F. Estratti dai "Cqnti" deO'Archiviq camerale di Torino relativi alla Valle d'Aqsta, 1267-1350, in Miscellanea Valdostana, "BSSS", 17, Pinerolo 1903, p. 322; CHIAUDANO M. La Finanza Sabauda ne!secolo X/IL t. 1 - I "Rotuli" e i "Computi"della Cqrte di Filippq I cqnte di Savoia e di Bqrgogna da/1269 a/1285, "BSSS", 132- Ponti e srudi di Storia sabauda Il, Torino, 1934, pp. 265-268; DONNET P. Le château de Châtel Argent, Mémoire de Ücense, Histoire de l'Art, Prof. E. Castelnuovo, inedito, Université de Lausanne, 1971, pp. 50-51; DE RAEMY D. Châteaux, donjqns etgrandes tours dans les Etats de Savoie (1230 -1330). Un modèle: le château d'Yverdon, in CAR, 98, Lausanne 2004, p. 399 nota 372.

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