Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2010

Costruttori di castelli 113 La presenza delle travi è interessante perché costituisce un elemento comune con il testamento del conte Jacques di Challant/Aymavilles, del1458. Anche il conte chiese che i propri funerali fossero celebrati senza ostentazione («poiché le offerte che abitualmente si fanno in cali occasioni, ovverosia di stendardi, di bandiere, di penno– ni, di lance, di cavalli e gualdrappe sembrano esser fatte più per la pompa di questo mondo che perla saluee dell'anima»). Tuttavia, per non sminuire troppo la propria casata, ordino che la notte precedente il suo funerale si innalzasse sulluogo della se– poltura 'una trave' e che alla stessa, senza damore, si appendessero «i suoi stendardi, la sua bandiera, la sua lancia, lo scudo, il suo elmo, la cotta d'armi, il suo motto, la spada e tutto cio che abitualmente si è soliti offrire in tali occasioni» 407 . Nelle deposizioni gli stemmi dei Vallaise sono di norma descritti <<à six barres>> per entrambi i rami, e circa i cimieri i testimoni sono tutti concordi: quello di Jean– Frédéric, nonno di Anne-Marguerite dell'Hôtel, era costituito da un levriero bianco alato 408 , mentre quello della Côte era rappresentato da un cervo, non meglio preci– sato409. Sono le descrizioni dei cimieri che consentono di identificare le tombe del documenta del1583 che, pur senza precisare a quali rami appartenessero, descriveva gli elmi posati sulle sepolture. Anche i motti erano differenti: quello dell'Hôtel reci– tava Festina lente, quello della Côte Ad jùturam memoriam 410 • Il fatto che i due rami dei Vallaise avessero identica arma ma cimiero e motto differenti non era un'idea dei soli parrocchiani di Perloz, essendo cosa nota anche ad Arnad 411 . Da notare che, curiosamente, dopo la scomparsa del ramo dell'Hôtel ed il suben– tro di quello della Côte in tutte le ragioni della famiglia, il motto utilizzato fu poi sem– pre Festina lente, del ramo estinto, e non quello del ramo superstite, mentre i tenenti dello scudo continuarono ad essere i due cervi della Côte. Per quanto concerne le tombe e i banchi di famiglia, a Perloz tutti i testimoni concordano nell'affermare che sulla destra (alla sinisera guardando l'altare maggiore), vi era l'altare «de Nostre Dame>> e il banco dei signori dell'Hôtel, e davanti a questo 407 ZANoru O. Les testaments des seigneurs de Challant cit., p. 276. 408 AHR, FV, 5/0060. Jean Cappellin: <<un chien levrier avec les aisles et teste>>; Barthélemy de feu François Doveyl: «avec la poytrine et teste en figure d'un chien blanc levrier»; Marc de feu Jacques Bosonet: «chien voilant blanc». 409 Ibidem. Barthélemy de feu François Doveyl: <<aultre armoyries avec la teste d'un cerf>>. 410 Ibidem. Jean Cappellin: <<au dessus desdites armoiries du seigneur Jean Frédéric estoyt intitulé "Festina lente" et au dessus des armoiries desdits seigneurs de la Coste, comme a entendu, estre intitulé "Futuram memoriam"»; Antoine Glexa, canonico di Sant'Orso di Aosta, curato di Perloz: «au dessus desdites armoiries du seigneur Jeran Frédéric estoyt intitulé "Festina lente" et au dessus des armoiries desdicts seigneurs de la Coste estoit intitulé "Ad futuram memoriam">>. 411 Nel 1646 il notaio Barthélemy Roland attesto «que ledict seigneur Marcanthoine et ses cousins sont consort aux fief desdicts seigneurs Jeanfrederic, Loys et Josué, et portent les mesmes armes et surnom, hormis du timbre et divise desdictes armes, que se tienne estre different». AHR, FV, 5/0072.

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