Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2010
126 Roberto Bertolin I:incarico di realizzare l'ancona venne affidato da Marc-Antoine il 13 luglio 1647: Filippo Discepolo si impegno a eseguire la decorazione sulla base di un dise– gno concordato, entra un anno, per la somma di 60 ducatoni, oltre al vitto suo e del suo aiutante. Il maestro si mise all'opera ma i lavori andarono a rilento: il 15 maggio dell'anno successivo, nonostante fossero stati versati 40 ducatoni d'acconto, l'ancona era lungi dall'essere terminata, tanta che ancora un anno dopo, siamo nel maggio 1650, Marc-Antoine si rivolse al duca per obbligare lo stuccatore a eseguire i lavori. I:inadempienza era macroscopica, come si evince dal sopralluogo effettuato dal fiam– mingo «Ni~olas de feu Jacques du Bois de Doy, maistre esculteur et estuccadeur» 453 , nel corso del quale risulto che solo un sesto di quanta pattuito era stato portato a termine; il documenta pare riferire i lavori commissionati da Marc-Antoine al solo altare, per cui è probabile che la rimanente parte della decorazione fosse a carico del cugino Jean-Nicolas, che agiva anche peril minore Félix-Charles-François 454 . Stranamente Jean-Nicolas, al contrario di Marc-Antoine, non si dimostro cosl insoddisfatto di Filippo Discepolo, premurandosi nel suo testamento del 1649 di compensarlo per le «malte fatiche e servitù fatte alla sua cappella della madonna del Carmine di Arnaldo», mentre l'interessato assisteva all'atto in qualità di testimone. D'altra parete se, come sostiene Bruno Orlandoni, l'artista dovette arrivare ad Arnad grazie alle frequentazioni torinesi dei Vallaise 455 , i suai legami vanna ricondotti più alla persona di Jean-Nicolas che a quella di Marc-Antoine. Il primo, infatti, soggior– nava spesso in Piemonte, soprattutto a Carignano, dave già il padre era subentrato nelle ragioni dei nobili Romagnano e ove lo stesso Jean-Nicolas chiese di essere se– polto456; il seconda, invece, pare più legato alla dimensione locale: fu capitano delle milizie della Vallaise e visse nella casa forte della Costa, ad Arnad, parrocchia nella quale fu poi seppellito. DON! 0 . Architettura in Valle d'Aosta- Dalla Riforma alXXsecolo cie., pp. 131 sgg. Non lavoro alla cappella Antonio, padre di Filippo, ali'epoca già defunto. La citazione di Antonio nella storiografia recente è dovuta ad un errore di compilazione dei regesri di alcuni documenti del Fondo Vallaise che riportano "Antonio" in luogo del corretto "Filippo fu Antonio". 453 Altre notizie su questo arrista, originario di Douai, si trovano in ORLANDONI B. Artigiani e artisti in Valle d'Aosta, Aosta 1998, p. 159 sg. 454 AHR, FV, 441XX/11 <<Atteste en parolle de verité [...] que le travail d'astuccaderie faicte par maistre Phillip de feu Anthoine Dissepol du pays luganiste, maistre d'astuc, à la chapelle du– dier lieu d'Arnaud dudict seigneur [Marc-Antoine] et des seigneurs ses cousins, size du cousté de la cure dudict lieu, qu'est seullement du piedestal jusques au cimet, qu'est l'ancone de Nostre Dame des Carmes, avec les anges, cherubins, flocages, cornis, collonnes et autres travail qu'il maistre Phil– lip estoit tenu de faire suyvant le dessin donné verballement par ledict seigneur baron de Valeyse [...] n'estre faict et accomplis dudict travail que seullement la sixieme part». 455 0RLANDONI O. Architettura in Valle d'Aosta- Dalla Riforma al XXsecolo cie., pp. 133. 456 ZANOLLI O . Testaments et codicilles cit., p.227. Jean-Humbert, padre di Jean-Nicolas, aveva sposato Anna di Cesare Romagnano. Il suocero lo nomino erede con testamento del 1597, a condizione che la sua discendenza assumesse il nome di Vallaise-Romagnano e ne adottasse l'arma. Ibidem, p. 227 sgg..
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