Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2010

138 Bruno Orlandoni antiche. Limitandosi proprio alla realizzazione di alcuni apparati esteriori quali le torrette cilindriche a punta o le merlature a coda di rondine, i restauri realizzati per conto dei Bollati avevano di fatto risparmiato tutta la struttura preesistente ancora in piedi alla fine dell'Ottocento. È quindi possibile, attraverso una ricerca attenta e con un poco di furtuna, cercare di ricostruire almeno una parte della storia del castello individuandone fasi di crescita e trasformazioni nel tempo. Il primo problema da affrontare è quello dei dati storici sui diversi passaggi di proprietà dell'edificio. La storia del castello, sotto questo profilo, è estremamente complessa, complicata da1 fatto che la nostra conoscenza delle famiglie proprietarie - una quindicina nell'arco di poco meno di un millennio - è spesso vaga e incompleta fino a tutto il Quattrocento. Non entrero nel merito dettagliato delle tappe docu– mentate che abbiamo ricostruito, che esulano dagli interessi di questo lavoro, riser– vandole ad un' eventuale pubblicazione monografica sul castello. Mi limitero invece ad un riassunto delle presenze e dei passaggi principali di cui si è trovata traccia. Una farniglia de Sancto Petro è citata fin dalla fine dell'XI secolo. Alla fine del XII, nella carta di franchigia concessa adAosta daTommaso I di Savoia, appaiono dei nobili citati esplicitamente con l' epiteto de castro Sancto Petra. Un castello suU'aero– poli di Saint-Pierre doveva quindi esistere già almeno dalle parti del1100. Fin oltre la metà del XIII secolo le citazioni sono scarse e riguardano membri della famiglia difficilmente collegabili tra loro, con la solita complicazione legata al ripetersi degli stessi nomi - tra i Saint-Pierre soprattutto Arducio e Guillencus- almeno di nonno in nipote, quando non di padre in figlio. Verso la fine del Duecento accanto ai Saint– Pierre appare Giacomo di Quart, poi, sempre tra Due eTrecento, una nuova famiglia che figura come vera e propria comproprietaria: quella dei Gontard. Già in possesso nello stesso madamento di Châtel-Argent di una "turris Gontardorum" 488 , i Gontard acquisiscono dai Sarriod una compartecipazione al feudo e al castello di Saint-Pierre. Mentre i Gontard consolidano la loro proprietà, si assiste ad una progressiva crisi dei signori de Sancto Petto che vendono, ipotecano, perdono progressivamente quote di possesso delloro castello eponimo fin quasi ad esserne espropriati. Appaiono cosl diversi altri proprietari la cui presenza spesso dura lo spazio di un mattino: di nuovo i Quart, nella persona di Enrico; poi Giovanni di Sarre; all'inizio del Quattrocento Ibleto di Challant; fino al balivo di Aosta Pierre de Menthon, mentre anche i Savoia vantano la proprietà diretta di una turris interna al castello 489 • Dall'inizio del XV secolo si esaurisce la stella dei Gontard, presenti solo più tramite il povero Pietro di Guglielmo di Merlino, dementis- De Tillier lo dice "sim- 488 Questa "rurris Gontardorum" dovrebbe coincidere con la Tour Colin di Villeneuve. 489 Pane dei passaggi di proprietà è riassunta in A ZANorro, 1975, p. 140. Altri passaggi sono deducibili dai materiali raccolti dai canonico Lale-Démoz in vista di una mai pubblicata monografia sul castello ASTO, Cone, Duchl d'Aoste, Protocoilo Bo/ossier, n. 72, foll. 8-9; trascrino in AASA, Fonds Lale-Démoz, liasse s. n., n. 7.

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