Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2010

154 Bruno Orlanrkni di accesso, che con la sua struttura a punta di stella è effettivamente riconducibile alle tipologie difensive cinquecentesche. Si erigeva il corpo del viret a connettere la torre maestra con gli appartamenti meridionali. I lavori procedevano poi con la co– struzione della torre adiacente all'ingresso, del torrione nord col suo annesso corpo di latrine e del corpo del salone maggiore orientale. Sotto il salone venivano costruiti dei sotterranei e a connettere corpo del salone e "torre nord rotonda" si costruiva un "galatas" che possiamo immaginare in forma di galleria coperta, con strutrure lignee su basamento di supporto in muratura. Mentre i portali, il viret, il galatas e forse anche il rivellino venivano costruiti interamente, la costruzione del corpo del salone e delle due torri del cannone e nord restava invece interrotta. Non conosciamo le motivazioni che portarono al blocco dei lavori ma non dob– biamo dimenticare che gli anni che vedono le campagne di Giovanni Vulliet, dai 1530 al 1550, sono anche tra gli anni più difficili della storia della Valle, segnati dallo scoppio della riforma calvinista a Ginevra e dall'isolamento della regione in seguito all'invasione francese della Savoia e di parte del Piemonte 506 • Il Vulliet in quel periodo è documentato con regolarità ad Aosta 507 e si trovava quindi in condizione di occuparsi del suo castello, ma in una situazione in cui è verosimile che moita at– tenzione e molto impegno economico dovessero essere distratti dalle necessità della difesa del Ducato. Il documento del 1603 ci fa pure lo straordinario regalo di riportare i nomi dei principali capomastri e architetti impegnati nei lavori. Cinque deposizioni citano i due mastri Claude Vuilliermet e Nicolas Torto; una oltre che del Vuilliermet parla genericamente di un "maistre Nicolas": evidentemente sempre il Torto; e una settima oltre che di Nicola Torto parla di un tai Claude Girod. Singolare soprattutto il fatto che i testimoni ricordassero cosl bene i nomi di questi capomastri. Non doveva esser– si trattato certo di lavoratori avventizi. Si puo vedere anzi, in questi maestri, dei veri 506 Non sappiamo se attribuire alla difficoltà della situazione anche la decisione del Vulliet di fare testamento nel 1539, in un momento in cui lui stesso si dice "nulla quidem infirmitatis aut doloris macula vel gravitate agitatus, sed sanus mente et corpore". Per altro il testamento avrebbe anche potuto essere il frutto della volontà di definire la propria situazione ereditaria, magari anche a seguito di avvenute trasformazioni patrimoniali, quali avrebbero potuto essere proprio le estese trasformazioni del castello. 507 Il Vulliet in effetti presenzia a quasi tutte le riunioni del Conseil des Commis documen– tate: a partire dal23 marzo 1536, poi ill e il23 maggio, il 7 giugno, l'11luglio, il5, 1'8 e il 14 novembre, illO e 1'11 gennaio 1537, il4 e ilS aprile, il22 giugno, il31 ottobre, il22 novembre, il 7 agosto 1538, il25 settembre 1539, il6 febbraio 1540. Ill5 giugno 1540 Giovanni perla prima volta si reca all'udienza con l'"eius seniore filio". Poi lo troviamo il16 novembre 1540, il10 marzo e il22 aprile 1541, il4 gennaio 1542 (v. BOLLATI E. Lecongregazioni dei tre stati della Valle d'Aosta, 1, ried. Aosta 1988). Si puo osservare come negli elenchi delle presenze alle sedute Vulliet figuri sempre ai primi posti. Lo precedono solo, quando presenti, Renato di Challant, il marchese de Lullins e i Vallaise. A volte i signori di Nus ma a volte è lo stesso Vulliet a presenziare alle riunioni "pour le seigneur de Nus" (verbale della riunione del28 febbraio 1544, v. ibidem p. 269).

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