Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2010

160 Bruno Orlandoni All'interno del complesso si possono infine individuare alcuni altri camini mi– nori riconducibili a tipologie cinquecentesche. In particolare quelli delle sale del piano terreno e del primo piano della "torre nord" - delle cui mensole figurate si è già detto - e quello della sala del primo piano della torre centrale, decorato con la figura araldica dei Vulliet. Infine alcune valutazioni sul viret. A pianta quadrata è costituito da quattro pareti fortemente disuguali. Due, più spesse, a nord e ad est, non sono altro che la parete sud del torrione maggiore e la parete che, prolungandone la parete est, attra– versava tutto il plateau del castello per andare a fornire anche l'appoggio orientale alla torre meridionale a picco sul campanile. Le altre due, meno spesse, sono la parete sud che in origine non era altro che la parte terminale verso est della parete nord degli appartamenti meridionali, demoliti all'inizio dell'Ottocento, e la parete ovest, dove si trova il portale di accesso agli appartamenti interni. Sembra possibile imma– ginare che in realtà la torre del viret non sia altro che il frutto della costruzione di quest'ultima parete e della sopraelevazione della prospiciente parete est per ottenere, sfruttando le altre due pareti preesistenti, la canna prismatica in cui alloggiare la scala a chiocciola. Va precisato che si tratta di un intervento di assoluta credibilità distributiva. Non solo la scala, ponendosi come cerniera tra appartamenti meridionali e corpo settentrionale diventava un efficace snodo di servizio per tutto l'articolato insieme dei fabbricati, ma apparteneva anche ad una tipologia che, a quanto sappiamo, non esisteva in Valle d'Aosta prima della fine del XIV secolo. Tutti i corpi di viret che conosciamo in Valle - siano essi realizzati in volumi autonomi, siano essi recuperati all'interno di canne ricavate in riserva dentro ai corpi di più ampi volumi preesistenti - sembrano databili tra XV e inizio del XVI secolo: da Issogne a Fénis (viret databile tra 1430 e 1435 circa), da Sarriod de la Tour (1420-1430 ?) a La Mothe, da Avise (1480 circa), al priorato di Sant'Orso (viret citato dal1490 circa come opera di Jo– hannes Bibel), alla grangia di Sant'Orso di Baux (viret costruito da Filiberto Bracea nel1507), a Nus (viretcitato a partire dal1541) e via fino al viret del castello Charles di Perloz costruito da Jean Berra e Panthaléon du Ros nel1613 519 • Alla notevole qualità di esecuzione dell'interno il corpo del viret contrappone una singolare eterogeneità negli dementi esterni, che sembrano riconducibili a fasi culturali diverse. Il portale è di una tipologia da Quattrocento maturo, per certi versi forse ancora precedente ad esemplari quali quelli costituiti dai portali sud della cattedrale, di Issogne, della chiesa di Arnad. Poi abbiamo le finestre carenate, quelle a mezza croce carenata, ela finestra crociata a doppia carenatura pentalobata che sor– monta il portale stesso: un bel catalogo di forme che sembrerebbero sempre trovare 519 Sui viret di Sam'Orso e di Baux v. ORLANDONI B. I cantieri di Giorgio di Challant, in OR– LANDON! B. / ROSSETII BREZZI E. Sant'Orso di Aosta, il complesso monumentale, Aosta 2001; Sul viret di Perloz v. ÜRLANDONI B. Artigiani e artisti in Valle d'Aosta, Ivrea 1998, voce Jean Berra.

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