Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2010
168 Bruno Orlandoni scomparsa del terzo livello avveniva tramite una scala autonoma non più esistente ma chiaramente indicata nella pianta Bellano. A questa scala, quasi di certo in legno, si accedeva da quella che sarebbe stata la cucina bassa dei Roncas, e che al tempo delle campagne Vulliet era la "cour des hachés", tramite una porta sopraelevata di cui si legge ancora la collocazione tramite le increspature dell'intonaco della parete est della cucina. La scala in questione si sviluppava nello spigolo nordovest della stanza voltata a botte e permetteva di entrare nella camera del terzo livello da una porta ali' estremi– tà ovest della parete meridionale della stanza. Infine i disegni realizzati da Turner nel 1836, del fronte nord del castello, per quanto sommari, sembrano lasciar intendere che la parte più alta della torre fosse già in parte diroccata. Il che induce a supporre che la torre si chiudesse con un ultimo livello, il quinto: forse più un galetas che una stanza vera e propria, rasato al tempo dei restauri Boggio/Bollati. Un discorso a parte va fano per la porzione orientale di questa torre, riservata alle latrine. Come si puo agevolmente intuire dalle collocazioni delle finestre nella parete est, superstiti nelle loro sedi originali, le latrine in questione erano tre, una per piano, sfalsate una rispetto all'altra, in modo da lasciare nella parte terminale (nord) della torre una sorta di pozzo perdente. Questo pozzo terminava in un condotto orizzontale di aerazione la cui collocazione è segnata da tre basse aperture allineate, in forma quasi di cannoniere. Il condotto sbucava, ali' esterno ali'etremità est della parete nord della torre, in un canale verticale aperto che scendeva fino alla base del roccione. I.:ultima serie di dementi interessanti è relativa al fatto che i documenti barocchi alludono chiaramente alla presenza nel castello di una cappella. Questa doveva essere collocata nello spigolo nordest della stanza superiore del pavillon di Carlo Vulliet. Cioè proprio nell'area di connessione tra questo pavillon, la torre nord e la torre maestra. Si deve osservare come nel castello si conservino tre dementi architettonici tardogotici erranti, di origine sconosciuta. Si tratta di una chiave di volta col mo– nogramma IHS murata, all'interno del salone d'onore, sopra la finestra della parete orientale; di un oculo con tre mouchettesflamboyantes, rimontato probabilmente nel corso dei restauri Boggio nel parapetto della "galarietta nord"; e di una cuspide d'arco trilobato malamente buttata a terra sul pavimento di quella che in passato fu la latri– na alta della torre nord. Data la tipologia di questi tre dementi credo li si possa im– maginare tutti come provenienti dalla cappella in questione, la cui costruzione deve essere stata contestuale alla grande campagna di metà Cinquecento di Carlo Vulliet. Infine alcune osservazioni sul problema delle progressive sparizioni dei cliver– si dementi che ho fin qui ipoteticamente ricostruito. Sembra che il castello abbia mantenuto il suo assetto complessivo fino all'inizio del XIX secolo. Nel 1802 Turner passava una prima volta per la Valle e ci lasciava un disegno in cui si vede ancora chiaramente il corpo degli appartamenti meridionali. Il disegno, per quanto somma– rio, sembra addirittura suggerire che questo corpo fosse pero già privo di copertura. Il corpo, in effetti, non è più registrato da Henriette Anne Fortescue che disegnava
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