Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2010
Costruttori di castelli 171 Nel corso del 2003 il testa aveva armai raggiunto una dimensione tale da accu– pare almeno un paio di volumi e restava aperto il problema degli apparati. Non ho mai amato quella fase - pure necessaria - di sistemazione del proprio lavoro, che consiste nella ricerca di committenti; vale a dire nel piazzare illavoro ren– dendolo praticabile e pubblicabile (nel senso letterale di renderlo pubblico). Per cui non mi sono posto troppi problemi sul che fare continuando a rinviare il momento delle decisioni. Siera sl ventilata l'idea di una pubblicazione per l'Archivio Storico Regionale- allora diretto da Joseph Gabriel Rivolin- ma non l'avevo perseguita con particolare convinzione, non certo in rapporto al committente, quanto in rapporto allo stato dellavoro stesso, che mi pareva ancora per certi versi immaturo per un'usci– ta in pubblico. Dal 2004 illavoro sul testa si è ridotto considerevolmente. La mia attenzione è stata attratta da altri impegni, a partire dalla monografia su Mossettaz, in cui pure ho utilizzato parte dei materiali che stavo preparando per il seconda volume dei cantieri. Senza cercare nuovi materiali ho pero continuato ad ordinare quelli che mi venivano via via segnalati da amici e colleghi o che trovavo casualmente. Coslle ipotesi sulla casa di Hugonet Piquart nel centra di Aosta sono state messe a punta nel2007, quel– le sulla balaustra di San Francesco e sulla cappella sepolcrale dei Sarriod ad lntrod, nel2008, la rilettura dei dati editi da Bruchet su Ripaille, nel2009, quindi a lavoro già in fase di pubblicazione col primo volume in distribuzione. A forza di crescere illavoro mi appariva ormai non certo completo ma quanto meno al limite delle possibilità di una gestione unitaria. È in seguito a queste con– siderazioni che all'inizio del 2007 ho ripreso l'idea di una pubblicazione per conto dell'Archivio Storico Regionale e ho quindi portato il testo a Maria Costa, che nel frattempo aveva preso la direzione dell'Archivio. Le discussioni si sono orientate subito non sulla necessità o possibilità di pub– blicare illavoro, - che, centrato sostanzialmente sulla lettura di documenti, è parso quanto mai in linea con le collane dell'Archivio- quanta sulla forma e l'organiz– zazione editoriale ottimali. I..:idea di due volumi di testo più un terzo volume di apparati si è progressivamente modificata in quella di un terza volume in cui agli apparati si antepone una serie di contributi esterni. I..:insieme di apparati veniva ri– dotto con la scelta di non pubblicare trascrizioni integrali di documenti, implicanti necessariamente un attenta lavoro di trascrizione e verifica che non è il mio lavoro, non essendo io un paleografo. Faceva seguito anche la rinuncia alla pubblicazione di un glossario dei termini tecnici in latino e francese medievale, che invece in un primo tempo avevo previsto e che ho pure cominciato a redigere. Anche qui alla prova dei fatti le mie competenze linguistiche non mi sono parse tali da permettermi di affrontare da solo questo tema. È vero che di fronte a certi termini il problema non è quello delle competenze lin– guistiche ma quello dell'analisi "a senso" del contesto in cui i termini stessi appaiono: questi spesso non figurano su nessun dizionario ed è più facile interpretarli tramite
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