Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2010

Costruttori di castelli 175 II volume di questi Costruttori di castelli, resi possibili solo dalla sua trascrizione dei Computa di Giorgio di Challant. Roberta Bordon e Omar Borettaz, con la loro scorsa dei minutari inediti dell'ar– chivio della Collegiata, ci danno un'idea quanto mai significativa- e forse ancora al di sotto della realtà - di quanto lavoro resti ancora da fare per ricostruire in maniera credibile il tessuto sociale, economico, relazionale, che ha fatto da base e da connetti– vo a tutta la fioritura dell'arte e dell'architettura tardomedievali in Valle d'Aosta. Infine il saggio sui cantieri cinquecenteschi dei Vulliet al castello di Saint-Pierre anticipa i risultati di una ricerca molto più estesa che sembra portare ad una conoscen– za estremamente approfondira di uno dei complessi monumentali più vistosi e para– dossalmente anche più trascurati - sotto il piano della ricerca- di tutta la Regione. Tutti questi saggi - tranne quello su Ripaille - hanno una caratteristica co– mune: quella di rinviare a future estensioni di ricerca quasi sempre già in corso o programmate, vuoi archeologiche, vuoi documentarie, che denunciano la partico– lare vivacità e vitalità di questo momento per quanto riguarda le ricerche sull'arte e sull'architettura in Valle d'Aosta e, al tempo stesso- spero una volta per tutte -la dimensione di work in progress di questo mio lavoro. 24.1 QUESTION! APERTE ATTORNO ALLE COMMITTENZE DI GIORGIO DI CHALLANT Talmente in progress che mentre licenzio queste pagine (mesi di dicembre 2009, gennaio 2010) già posso suggerire integrazioni e modifiche ad alcune problematiche affrontate nei due primi volumi dellavoro. Comincero col segnalare alcuni casi che si sono palesati proprio nel corso del convegno su Giorgio di Challant. Il primo è relativo ad una scoperta documentaria segnalatami da Raul Dai Tio. Nel corso della prima giornata del convegno, ad Issogne, Dai Tio mi ha comunicato di aver trascritto alcuni dati riguardanti un mastro fonditore di campane che avevo inserito nel mio repertoria sugli Artigiani e artisti in Valle d'Aosta, e che mi avrebbe inviato la trascrizione in questione. Quando leggevo i dati speditimi, provenienti da un libro di conti frammentario della cattedrale, datato 1482, avevo la sorpresa di scoprire che nei conti non si registrava solo il mastro fonditore in questione, Aimone Cartalis, ma anche un pagarnento ad un "magistro Iohanni Bibey magistro campani– lis": chiaramente il responsabile della costruzione della parte superiore (doppia cella campanaria e cuspide) del campanile meridionale della cattedrale 538 • Ora mi pare evidente che questo Johannes Bibey altri non puo essere che il magister Johannes Bibel che una dozzina d'anni dopo, verso il 1495, avrebbe ricostruito il "viretum sancti Ursi", cioè la scala a chiocciola del priorato di Sant'Orso, forse coïncidente– ma qui il discorso è più ipotetico - anche con quel magister Johannes de Bibry che 538 ACA inv., CT R B16Cl L1 D_009 [A01696], 1482, Comptes d'Hugon Ferrery, chanoine de la cathédrale, magister operis fabricae et distributeur.

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