Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2010
178 Bruno Orlandoni invece di essere totalmente interna allo spessore della muratura è in parte esterna al corpo della torre, al centro della sua parete nord. Per quale motivo i costruttori si sarebbero sottoposti a questo strano tour-de-force, unico nell'architettura castellana della Valle? Se la torre fosse stata costruita interamente ex novo sarebbe stato suf– ficiente dimensionare diversarnente gli spessori murari per poter ricavare la canna interamente al loro interno, come avveniva di norma. Il fatto che si fosse adottata questa particolarissima soluzione ad hoc, con le difficoltà e i rischi di instabilità che componava, sembrerebbe confermare che lo spessore dei muri era già definito prima della costruzione della torre, prima della sua sopraelevazione; cioè, meglio ancora, prima della trasformazione in piano terreno della torre di quello che in partenza doveva essere stato il basso fabbricato a piano unico. Detto cio resta aperto un problema: quello dei tempi di costruzione della torre delle latrine, adiacente a sud alla cusina vyellye e ad ovest alla torre angolare. ln questo caso sarei propenso ad immaginare che, come nel caso della stessa torre angolare, l' attuale corpo di latrine sia la sopraelevazione di un più antico vano basso che doveva far tutt'uno con il corpo delle prigioni e con la cucina. A questo punto, se è vero che il basso fabbricato faceva parte del castello di Ibleto, la sopraelevazione delle latrine daterà al tempo di Giorgio di Challant, il che giustificherebbe il fatto che il 7 agosto 1498 si acquistassero le "grosses las du porfil de la tour de retrays" 541 la cui sistema– zione doveva evidentemente essere in corso di compimento. La torre angolare sarebbe venuta ancora dopo, e avrebbe comportato anche una modifica della stessa torre delle latrine, il cui coronamento sarebbe stato ridotto e na– scosto all'interno della struttura complessiva delle gallerie settentrionali del castello, lasciando pero una vistosa traccia sulla parete occidentale della torre angolare. E con questo si sistemerebbe un altro tassello di quella sorta di edificio che è la comprensione della genesi e della crescita del castello di lssogne. Naturalmente non si puo non osservare come questa sona di edificio sia anch'essa un work in progress, ben lungi dall' essere terminato e, anzi, probabilmente appena impostato. Per altro tutto il problema del committente Giorgio di Challant è una sona di cantiere aperto in cui - giustamente - ipotesi e idee si confrontano, spesso modifi– candosi reciprocamente. Sempre al convegno sul grande priore una delle comunica– zioni analizzava il problema della decorazione del portale della chiesa di Sant'Orso. La proposta che si avanzava nell'occasione era quella di attribuire al pittore Stefano la decorazione del portale maggiore della chiesa, in riferimento ad un pagamento di vettovaglie "pro ... magistro Stephano pictore ac suis servitoribus, qui depingebant ante magnam portam Sancti Ursi" datato al12luglio del1507 542 • Il pagamento in questione sembra potersi leggere in relazione ad un altro: "Item, libravit magistro 541 CSU III 8646. 542 CSU II 5681.
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