Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2010

180 Bruno Orlandoni stalli lignei; poi progressivamente si scende nella navata rifacendo gli altari nel primo lustro dell'ultimo decennio. Verso ill494-95 si è arrivati alla facciata, che viene risi– stemata. Michele de Ecclesia non lavora solo al portale ma anche alla cappella di San Biagio, a destra del portale, e a quella di San Pantaleone, all'inizio della navata sini– stra. Per questa cappella apre pure una porta e una finestra ali' estrernità sinistra della facciata stessa. Questa porta non puà coincidere con il "parvum portale" che Bracea aprirà solo 10 anni dopo, ed in effetti non viene mai chiamata "porta ecclesie" o "parvum portale ecclesie" ma sempre più modestamente "porta facta versus capellam Sancti Panthaleonis" 546 • Per tutti questi anni si rinnova anche il priorato. Nell500, infine, si sistema l'orto nuovo e nell506-1507 si suggella tutta l'impresa di rinnovo del complesso monumentale risistemando la cinta esterna di accesso, trasformando la porta di ingresso al sagrato in un nuovo grande portale monumentale perle grandi occasioni e aprendoci vicino una nuova porta minore, evidentemente per le situazio– ni feriali: Bracea e maestro Stefano, lavoravano proprio a questi portali, documentati ancora nella pianta del geometra Crosa del 1780 e demoliti poco dopo. Il che non significa necessariamente che maestro Stefano non c'entri nulla con l' affresco del portale della chiesa, ma solo che se gli si vuole attribuire quell'affresco bisognerà cercare altri agganci documentari, perché quelli proposti al convegno su Giorgio di Challant non funzionano. 24.2 NULLA DIES SINE MOSSEITAZ Nei miei lavori sull'arte e l'architettura in Valle d'Aosta da tempo ho ormai adottato una prassi che potrei racchiudere nella formula nul/a dies sine Mossettaz. In chiusura di questo lavoro proporrà quindi una serie di osservazioni fast minute sul grande architetto e scultore aostano/milanese. lnnanzitutto ricordo la notizia documentaria già riportata da Roberta Bordon e Omar Borettaz che hanno rintracciato una figlia del maestro in un minutario no– tarile dell'archivio della collegiata 547 • La figlia si chiamava Giovannetta e già questo è un dato di notevole curiosità, dal momento che sappiamo che i suoi due fratelli già noti si chiamavano entrambi Giovanni: Giovanni senior, forse impresario e forse continuatore dell'attività paterna e Giovanni junior, notaio, non sappiamo se avvia– to alla professione notarile dal potente zio acquisito, Jean Blanchard, marito della sorella di sua madre, Jacquemette Collon. È evidente che ad un personaggio del calibro di Mossettaz non si puà certo imputare un difetto di fantasia. La ricorrenza dello stesso nome per ben tre figli necessiterà quindi di una risposta esterna, di altro tipo, che credo non potersi che trovare in una questione di devozione religiosa: pro– babilmente la ripetizione dei nomi era la risultante di un qualche voto fatto o dallo 546 CSU I 848. 5 47 Supra, vol. III cap. 22.

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