Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2010
182 Bruno Orwndoni perla pala detta "di Giacomolo Antonio", dal nome del suo committente, datata 1396: opere, tutte, nel duomo milanese. Di quest'ultima pala avevo addirittura af– fermato come il suo san Paolo potrebbe dace un'idea di come avrebbe potuto essere uno dei pendants della santa Caterina di lntrod di Mossettaz. 1 materiali fotografici fin qui editi non permettono di cogliere la pala di Giacomolo con la necessaria chia– rezza, l' analisi diretta permette pero di constatare come un riferimento iconografico ben più forte - e in questo caso verificabile - vada dalleoncino che sta accucciato ai piedi del trono della vergine sulla pala milanese ai leoncini aostani. In particolare, fatta eccezione perla testa, illeoncino di Giacomolo Antonio ha chiararnente fornito il modello di base per il leoncino tombale di Oger Moriset. Le analogie sono tali che non ci si puo limitare a pensare ad un suggerimento pescato da Mossettaz nei meandri della propria memoria: siarno sicurarnente di fronce ad una copia diretta, probabilmente a partire da una serie di appunti schizzati su un taccuino. Lultima novità su Mossettaz ci riporta ai cantieri dei castelli e all'operare del maestro nella sua veste di magister operum domini in Valle Augusta. ln seguito ad un'indagine mossa da intenti diversi da quelli di questo libro, Anselmo Pession ha trascritto una serie di conti relativi alle opera castri della castellania di Bard e da uno di questi conti emerge ancora una volta il ruolo di Mossettaz, su un cantiere sul quale non era stato ancora segnalato, proprio quello di Bard. Mossettaz compie un primo sopralluogo al castello il13 dicembre 1435. È, di fatto, la prima segnalazione operativa di Mossettaz nel suo ruolo di funzionario ducale, perché nelle due segnalazioni precedenti, il23 maggio e il10 giugno dello stesso 1435, Mossettaz risulta pagato, e poi rilascia quietanza, non per lavori specifici, ma, almeno apparentemente, solo per aver preso servizio. La chiarnata a Bard è frutto dei due nuovi castellani che sono- e ancora una volta sembra necessario ribadire "quasi di certo non a caso" - i "nobili e potenti signori Bonifacio e Amedeo di Challant, cavalieri, fratelli, figli ed eredi dello spettabile cavaliere signore Bonifacio di Challant, un tempo signore di Fénis": vale a dire Bonifacio II di Fénis e Amedeo di Varey, futuro padre di Giorgio di Challant. Mossettaz compie una sua visita a Bard e ordina un'impegnativa serie di restauri al coronarnento della torre maestra del castello. Il 24 febbraio del successi– vo 1436 il maestro compie un secondo sopralluogo nel corso del quale ordina altri restauri alla cappella e ad un'altra torre, quella "existentem supra secundarn portarn dicti castri'', verosimilmente la "porta augustanà' che dava accesso alla prima lizza del castello superiore. Tutti i lavori in questione vengono affidati dal magister operum a Perrino de Oldis e Johannes Vulliermeti Baczelloni. Mossettaz sarà poi ancora a Bard il 10 aprile 1436 a ricevere e visitare i lavori ordinati due mesi prima, mentre la consegna dellavoro alla torre maestra, evidentemente più impegnativo, sarebbe avvenuta solo nel successivo 1437, il3 giugno, sempre presente Mossettaz. Quest'ultima presenza è registrata solo più tardi, nei computa del 1439-1440. Lo scultore vi è citato come "ma– gister deputatus super operibus et edificiis fortaliciorum domini" con un titolo che lo qualifica inequivocabilmente come "costruttore di castelli".
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=