Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2010
Costruttori di castelli 183 24.3 SULLE TRACCE DI ALTRI GRANDI COMMITIENTI D'ARTE: 1 CARMAGNE I computa del1439-1440 da cui risultano queste due ultime presenze di Mosset– taz a Bard sono tenuti da un castellano nuovo: François Carmagne. Il fatto è interessante e permette di aprire una serie di nuove piste per quanto riguarda le connessioni e i collegamenti dei grandi committenti d'arte del Quattro– cento in Valle. De Tillier ci informa di come i Carmagne fossero giunti ad Aosta alla fine del Trecento dalla Savoia. Un François (che per comodità numereremo come François I) era arrivato come funzionario sabaudo della castellania di Châtel-Argent e si era stabilito a Villeneuve sposando, verso il 1380, Luisa, figlia di Bonifacio Nerii 550 • Francesco 1 e Luisa avevano avuto cinque figli: Francesco (Il), Bertolin, Pierre, Gabriel e Urbain. Francesco II alle Udienze generali del 1430 giura fedeltà ad Ame– deo VIII anche a nome dei fratelli, riconoscendo una serie di feudi distribuiti tra Villeneuve e la Valsavarenche. È sicuramente lui il castellano di Bard che registra nel 1439 i lavori ordinati al castello da Mossettaz. Questo Francesco II aveva sposato Luisa Vaudan, figlia di Antoine il vecchio e sorella di Glaude e di Giovanna Maria, a sua volta moglie di Hugonet de la Tour de Courmayeur, detto Piquart. Siamo quindi nel più stretto entourage degli Challant di Pénis e di Aymavilles. Le connessioni con Mossettaz potevano quindi andare ben oltre questa semplice registrazione di Bard e possiamo arrivare a chiederci se per caso non sia per il tramite di questi collegamenti coi Carmagne- stabilmente insedîatî a Villeneuve- che la fi– glia di Mossettaz, Johanneta, abbia poi finito per accasarsi proprio nella cerchia delle famiglie bene di Villeneuve, con un Rosaire. Di Pierre, fratello minore di Francesco II, non conosciamo la moglie, ma sappia– mo di un suo figlio di nome Giovanni. Questi viveva attorno al1447-1450 e aveva sposato Catherine de la Crête di Doues. Ho già segnalato in passato, e mi sembra utile ribadire l'ipotesi, come questo Giovanni, con la moglie Caterina, sia il più pro– habile committente di uno dei moiti gioielli trascurati della scultura lignea aostana del Quattrocento: il gruppo di tre statue raffiguranti la Pietà, san Pietro e un santo vescovo (san Biagio?) che dovevano costituire l'intera icona dell'altare maggiore della parrocchiale di Doues. Sullo zoccolo della Pietà, infatti, è scolpito uno stemma a racemi: nella versione proposta dalla statua lo stemma è sconosciuto all'araldica ao– stana, ma caricato di tre anelli di rosso sarebbe proprio lo stemma Carmagne, come lo conosciamo da documenti più tardi di circa mezzo secolo. Per tornare a Francesco (II) e a sua moglie Luisa Vaudan, questi mettevano al mondo almeno due figli: uno, di nome sempre Francesco (III), è il personaggio fin 550 Per questa, come perle successive segnalazioni biografiche sui Carmagne v. de TILLIER J. B. Nobiliaire, ad vocem.
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