Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2010

Costruttori di castelli 189 Roz Favre all'inizio della navata destra indurrebbero anche qui ad una certa pruden– za- nel caso della cattedrale gli sviluppi storici siano stati invece ben più complessi di quanto non si sia fin qui immaginato. Cenamente condizionata dai ruolo dominante assunto negli sviluppi della sto– riografia valdostana da quell'imponente monumento che è l'Histoire de l'église d'Aoste di monsignor Joseph Auguste Duc, la storiografia artistica, alla ricerca di agganci per le committenze tali da favorire o permettere corrette collocazioni cronologiche, ha sempre concentrato la propria attenzione sulla successione dei vescovi- proprio sulla falsariga del Duc - attribuendo loro, in cattedrale, un ruolo prioritario. Ora le ricer– che più recenti stanno ponando alla luce una mole di documenti che sconvolgono questo assunto di base rivelandone la parzialità e in alcune fasi storiche la sostanziale infondatezza. Per quanto riguarda il Quattrocento eravamo soliti definire una sorta di canone dominante che panendo dalle commesse di Oger Moriset, sorvolando sui più brevi episcopati di Giorgio di Saluzw e Jean de Frangins, passava poi ad Antoine de Prez per chiudersi in tono maggiore con François de Prez, che tutti abbiamo sempre visto come una sona di alter ego in cattedrale di cio che Giorgio di Challant era stato a Sant'Orso. Questa sequenza prescindeva dai fatto - citato dai Duc, ma molto sono tono - che poco oltre la metà del secolo si era fondato un organismo nuovo: la fabbrice– ria della cattedrale, istituita con decreto episcopale "aux instances du chapitre", nel 1456 575 • ln realtà l' analisi puo partire ancora da prima, proprio dall' episcopato di Mori– set. Moriset, è vero, fonda e fa costruire in cattedrale la sontuosa cappella dei Santi Giovanni evangelista e Cristoforo, di cui è, di fano, l'unico vero committente. Appa– re poi nella convenzione con l' orafo Jean de Malines perla confezione della cassa reli– quiaria di san Grato. Ma già in questa occasione figura affiancato dall'intero capitolo. La scopena di lacerti di affreschi decorativi nella navata meridionale della chiesa, in cui lo stemma di Moriset appare inquanato con lo stemma capitolare, sembrerebbe presupporre una fase di collaborazione tra i due committenti. Esclusivamente capitolari sono pero poi le convenzioni con Francesco di Chal– lant e con Mossettaz per la sistemazione della tomba del conte e per la costruzione del nuovo soffitto ligneo del coco e quella con Pierre Berger perla costruzione del nuovo chiostro. Anche la realizzazione da pane di Mossettaz della nuova tomba di Tomma– so II di Savoia, almeno a giudicare dall'unico documento fin qui reperito, coinvolge il capitolo - forse come longa manus della corte sabauda - ma non il vescovo. Come si è già visto in tutte queste convenzioni figura sempre, in una posizione che nel tempo diventa sempre più evidente e di sostanza, il canonico fiammingo 575 HEA IV pp. 483-484.

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