Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2010
194 Bruno Orlandoni lant - avesse operato come vera e propria figura di riferimento e guida del capitolo. Per contro la residenza del prevosto, tra i cui compiti c'era quello di rappresentare e sostituire il vescovo in caso di sua assenza, si trovava- e si trova- un poco più a sud dello stesso asse, più dalla parte del vescovado che da quella dei canonicati. A sud, sopra la cappella dei Santi Gervasio e Protasio, accessibile dai passaggio sopraelevato di Moriset, si trovava l'archivio episcopale voluto da Jean de Prangins: A nord, accessibile dai viret del campanile settentrionale, si trovava l'archivio capito– lare, sistemato neppure un decennio dopo quello dei vescovi. A sud si trovava l'altare vescovile dei Santi Grato e Antonio, fondato dai vescovo monsignor Ferrandini, e accanto ad esso, nella parte terminale della navata destra, le tombe dei vescovi, a partire dalle due monumentali di Bonifacio di Valperga, di fine Duecento, e di Emerico II di Quart, di fine Trecento. A nord, nel chiostro, si trovavano invece le principali tombe canonicali, nonché la tomba dei prevosti e quella degli arcidiaconi, superstiti oggi nella sola lapide terra– goa dell'arcidiacono Balduinus Scutiferi, nipote del canonico Gérard Blaver. Anche la geometria interna del coro rispondeva a questa rigida suddivisione. Nelle decorazioni degli stalli i dossali con san Grato e con un santo vescovo che tutto lascerebbe identificare in san Tommaso di Canterbury - titolare della cappella del vescovado - erano sullato meridionale, dove si trovava lo stallo del prevosto, tra i cui compiti, come si è appena visto, c'era quello di supplenza del vescovo in sua assenza. Lo stallo arcidiaconale invece era sullato nord. A sud, ancora, si trovava la cattedra episcopale, mentre a nord si trovava il gran– de ciborio in marmo che tutto lascia supporre commissionato dai capitolo e recante solo le sue armi e imprese. A sud, infine, si trovava la vetrata con san Tommaso Becket - come ho detto protettore del vescovado - raffigurato, secondo alcuni, sotto i tratti del vescovo de Prez 579 , mentre a fargli riscontro sullato nord era la vetrata con santo Stefano e quel donatore investi canonicali che identifico in Bartolomeo Pensa, magisterfobricae e in quanto tale longa manus del capitolo nella gestione della chiesa. Sulle vetrate, esattamente come sugli stalli del coro o sui capitelli del chiostro, 579 Quello dei criptoritratti nell'ane tardomedioevale è un problema per sua natura ambiguo. Mentre il donatore inginocchiato di fronte a Santo Stefano sembra chiaramente un ritratto, come anche il donatore sconosciuto della vetrata con Sant'Elena, i tratti del San Thomas Becket non paiono caratterizzati al punto tale da permettere un'affermazione analoga, anche se la cosa non si puo escludere a priori. Sarà anche oppottuno riflettere sull'età del vescovo, che al momento della realizzazione delle vetrate doveva aggirarsi almeno intorno ai sessant'anni, essendo François des Prez a capo della diocesi di Aosta dai 1464. Per quanto riguarda la vetrata di Sant'Elena, recen– temente è stata interpretata per una "Madonna ai piedi della croce" (v. AA VV. La cattedrak di Aosta. Dai cantiere romanico ai giorni nostri. Collana Cadran solaire, s.d.). Questa interpretazione mi desta qualche perplessità.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=