Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2010

Costruttori di castelli 197 militare troveremo le battaglie, le spedizioni, le grandi imprese belliche, nei settori di cui mi occupo troviamo i grandi monumenti, i castelli, i palazzi, le chiese, le opere d'arte: banchi di famiglia, altari di confraternita, tombe monumentali, saloni affre– scati rivestiti di stemmi e imprese. Grazie allavoro di schiere di ricercatori- ancora minoritarie (verrebbe da dire élitarie) ma comunque sempre più numerose- questa macromappa concettuale, per quanto riguarda il tardomedioevo in Valle d'Aosta, si delinea ormai con una ricchez– za di dettagli e di sfumature che pochi anni fa sarebbe stato impossibile anche solo vagheggiare. E cosl avventurandoci sulle sue strade possiamo provare a riguardare- per esem– pio -la torre dei Balivi di Aosta immaginando prima Jacometo Bolent che, messa la testa a posto dopo i giovanili adulterii con prostitute che gli erano costati salate multe, ne restaura i tetti nel1414; poi Aymonet Corniaux che la viene a visitare nel 1420, nel1426 e nel1429, arrivando dal suo cantone di Vaud, ordinando a Pietro di Bonino di ricostruirne la domus; poi Stefano Mossettaz che nel 1436 ordina allo stesso Pietro di Bonino di continuare i suoi lavori e che arriva addirittura un gior– no ad aiutarlo a mettere a pasto i gradini della scala di ingresso alla sala. Mossettaz muore tra il1459 e il1460 e subito alla torre troviamo, nello stesso 1460 e nel1462, Marcello Gérard, reduce dal cantiere del chiostro della cattedrale. E ancora nel1490 troveremo, insieme a compiere una perizia, Yolli de Wuetto reduce dalla costruzio– ne dei campanili di Etroubles e Gignod, Johannes de Bibey che aveva costruito le celle campanarie e la cuspide del campanile meridionale della cattedrale e stava rico– struendo il viret del priorato di Sant'Orso, e questo Antonius de La Perza - appena rintracciato sui registri di Sant'Orso da Omar Borettaz e Roberta Bardon- che, date le frequentazioni, possiamo ben immaginare come un professionista di spicco, sul quale, ovviamente, a questo punto vorremmo sapere qualcosa di più di quel nulla che per ora sappiamo. Il de La Pecza - o de la Pecci, o de la Perza; un giorno dovremo per forza orga– nizzare una convenzione in cui scegliere per ognuno di questi personaggi un nome srandard, uno solo e sempre quello, a cui fare riferimento- nel documenta del1481 in cui appare, è citato insieme a Jean de Chetro. Jean vi figura come pittore, ma una decina di anni prima aveva intagliato gli stalli del coro della cattedrale insieme al sa– voiardo Jean Vion. eordine degli stemmi sugli stalli lascia intendere che il suo com– mittente diretto fosse stato Luigi di Saint~Pierre come magisterfabricae della chiesa. Lo stesso Luigi di Saint-Pierre che aveva trattato con Marcello Gérard i lavori di continuazione del chiostro, mentre suo zio Giovanni, canonico pure lui, e l'omo– nimo cugino Giovanni, miles, un decennio prima, ne avevano contrattato con Pierre Berger la prima campagna costruttiva. Questa contrattazione doveva essere avvenuta tra Chambéry e Saint-Jean de Maurienne. A Saint-Jean era stato vescovo prima Oger Moriset, che dopo aver ordinato a Mossettaz ad Aosta la sua prima cappella sepolcra– le doveva avergli ordinato a Saint-Jean anche la sua seconda cappella; poi il cardinale

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