Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2010
198 Bruno Orlandoni di La PaludNarembon zio di Anna di La Palud 581 (e quindi prozio di Giorgio di Challant), committente dei primi lavori di ricostruzione del nuovo chiostro di Saint– Jean. 1 rapponi di Mossettaz con l'area oltralpina oltre che tramite Moriset potevano essere passati anche proprio tramite i La Palud/Challant Varey; già nell436, infatti, Mossettaz aveva lavorato al castello di Bard in un momento in cui Amedeo di Chal– lant Varey ne era castellano insieme al fratello Bonifacio II di Fénis. Come abbiamo appena vista i lavori, iniziati sotta Amedeo di Varey, Mossettaz li aveva finiti sotta François Carmagne, cognato dei Vaudan e di quell'Hugonet Piquart che in un numero elevatissimo di documenti appare accanto allo scultore in transazio– ni economiche di varia tipo. Quasi di certo per i tramiti di Piquart, Mossettaz - alla ricerca di materiali per i suoi lavori in quelle cave di Dolonne dove Raul dai Tio ha rintracciato anche Pierre Berger alla ricerca di alabastri per il chiostro della cattedrale - frequentava quell'alta valle dove sarebbe entrato in contatto con i Blanchard di La Thuile, di cui sarebbe poi diventato cognato. Cosl è verosimile, anche questo lo si è appena visto, che tramite i Carmagne fosse entrato in contatto con quell'alta bor– ghesia di Villeneuve, da cui usciva quel Philibert, che avrebbe poi sposato sua figlia Johanneta: un Rosaire, membro di una famiglia che nella seconda metà del secolo avrebbe dato a Villeneuve un parroco, documentato almeno dai 1459 e morto nel 1471 582 • Ma non solo: un documenta dell'archivio Sarriod de la Tour ricarda un Guidone del Roser, abitante a Cipro, a Nicosia, che verso il 1460, prestava denaro a Giacomo di Lusignano. Questo Guy, a sentire il Duc, sarebbe stato sempre un mem– bro della famiglia, un valdostano. E, in effetti, a ben pensarci, è piuttosto singolare che questo documenta cipriota- tra l'altro stilato al Cairo- si trovi da sempre in un archivio nobiliare valdostano. Un lontano discendente dei Rosaire, il gesuita Guillaume Rosaire, nel 1862 scriveva al Gal ricordando la casa di famiglia "dans le bourg de Villeneuve ... habitée encore actuellement par une partie de ma famille" . Nella casa "Il y a des inscriptions gothiques qui pourraie~t bien remonter au :xyme siècle". Nella casa attigua, parzial– mente diroccata a causa delle inondazioni della Dora, il gesuita ricarda poi "une 581 1 rapporti all'interno dei La Palud non sono chiarissimi. Anna era figlia di Guigues de la Palud e di Aynarde de la Baume. Suo padre Guigues a sua volta era figlio di Aymon de la Palud e di Alix de Corgenon. Secondo alcune genealogie questi avevano avuto due soli figli: Guigues, appunto, e Maria. Ma tutte le fonti citano comunque il cardinale Louis de La Palud come figlio di Alix de Corgenon e di Aimé de La Palud. Orain tutti i documenti sabaudi, savoiardi e valdostani di fine Tcecento i nomi Amedeo eAimone figucano ugualmente come Aymo o Ayme praticarnente intercarnbiabili. Il cardinale doveva quindi essere un figlio minore di Aimone di La Palud, fratello di Guigues e zio di Anna. Da parte di madre Anna discendeva invece da quell'Etienne de la Bau– me che ne! 1386 aveva portato da Parigi la pianta della torre "depicta in coloribus" che Bona di Borbone avrebbe voluto costruire a Ripaille: Stefano, per la pcecisione, era suo bisnonno: padre di Umberto, a sua volta padre di Aynarde, mamma di Anna. 582 "G. III Idus maii. Obierunt Sibilla, conversa Sancti Ursi, Jacobus Rosarii, curatus Vuleno– ve 1471", v. ZANOLU O. 1 COLLIARD L. Les obituaires d'Aoste, Aosta 1980, p.290.
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