Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2010
227 PESI E MISURE Nd resto, con una cen:a frequenza, riportando frammenti dei documenti originali, regi– stra indkazioni di misurazioni in piedi e tese e non sempre ne fornisco la traduzione in metri moderni. Per operare una conversione rapida ci si puo riferire ad una meritoria tabella messa a punta da Guglielmo Lange, edita armai quarant'anni fa su un bollettino dell'Accademia di Sant'Anselmo 585 • A livello riassuntivo si puo sintetizzare che il sistema in uso era quello basato sulla tesa di sei piedi, di dodici pollici, di dodici linee. Il problema sorge poi dalle d iffi:renze di valore che nelle diverse aree della regione si assegnavano a queste differend unità. Nell'area di Aosta, per esempio, la linea valeva 2,16 millimetri, il pallice di dodici linee valeva 2,6 centimetri, il piede di dodici pollici 31,2 centimetri, la tesa di sei piedi 187,2 centimetri. Su queste misure concordano sia Lange che Colliard' 86 • Lange, precisa pero che in Valdigne si usava anche una resa da 188,9 cencimerri e a Villeneuve una da 190,4. Colliard per conrro aggiunge che la tesa di Aosta veniva usata in quasi tutta la Valle centrale ma la bassa Valle ricorreva a rnisure diverse (per esempio alla tesa di Donnas), mentre in Valdigne si usava anche una "tesa di Morge:x". Va precisaro comunque che la tabella puhblicata da Lange, fornendo indicazioni merri– che di fatto al millimetro, è, per moiti versi, fin eccessiva. Una simile precisione, infatti, è molto più da ingegnere contemporaneo che non da architetto gotico. Con buona pace dei nostri ingegneri possiamo anche aggiungere che, vista la strabiliante magnificenza- e funzionalità statica- della grande architenura gotica, la nostra precisione ingegneresca puo spesso risultare del tuno superflua. Di fatto il medioevo ha una visione del problema delle misurazioni che potremmo de– finire "relativa", non nel senso che si rifiutasse la precisione, quanto nel senso che questa precisione era vissuta come un fatto più soggettivo che oggettivo. La prova sta nel fatto che in alcuni casi i documenti, fornendo dati merrici, precisano anche con quale metro si sono prese le misure, intendendo per metro proprio la srecca di legna - la "tesa" - che si è usata fisicamenre perle misurazioni. Cosl nei conti di Ibleto di Challam: per i resrauri del castello di Avigliana nel 1398 vediamo che il metro (rrabucco) usato dai tre lathomi Bezanesis, Carreri e de Croza per prendere le misure, viene per cosl. dire utararo" con la precisazione che misurava "otto piedi e quattro dira della mano di un qualsiasi uomo comune" 587 • Del resto i .fisici ci insegnano che in ogni misurazione è sempre prevedibile un errore e che spesso i margini di accettabilità di questo errore possono addirittura essere definiti pre– ventivamente. Per quanta riguarda i pesi, le misure che ricorrono con maggior frequenza nei documen– ti medievali sono la libbra (di dodici once) pari a 384,6 grammi, e il rubbo di 25 libbre, pari a 9,61 chilogrammi. lmpossibile fornire tabelle o termini di comparazione per quanto riguarda i costi e le monete in uso. I meccanismi della monerazione medioevale sono di una complessità diaboli– ca. Ogni regna, ogni principato, ogni ente politico autonomo, ogni città libera, aveva la sua monetazione e agni tipo di moneta aveva un sua nome ed un suo valore. Il tutto era compli- 585 LANGE G. To"i romane in Valk d'Aosta Arna.z - Gressan - La Tour d'H!r~res eMorgex, in BASAXLIY, Aosta 1968-1969. ' 86 LANGE G. cit. e COLLIARD L. VecchiaAosta, Aosta ed. 1986, p.210. 587 Supra, vol. I, 7.3.
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