Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2010

Costruttori di castelli 27 traver tout le maisonement", "pour la loge basse", "pour la loge dessus", "pour mettre sur touz les murs pour recevoir le toit", "pour 14 tiranz qui se metront en la sale aute", "pour faire les brayes du maisonement". Si approntano travi, assi, montanti, pilastri, capitelli e si prevede già la preparazione di corteises- che Bruchet traduce con latrine - ... huys, ... fenestres, nonché della grand pourte "qui seront necessaires au premier pant de ceste maison quant à la fusterie". Tutti questi lavori sono affidati per un am– montare di 752 fiorini di huon peso a "maitre Jaque", "magistro Jacoba de Melduno carpentatori" 5 4, lo stesso Jacques de Moudon che rîtroveremo poi pochi anni dopa nei conti del castello di Chambéry, nel1376-77 55 • Si puo fin immaginare un segmen– ta di progressione di carriera di questo personaggio. A Ripaille Jacques de Moudon viene anche incaricato di "faire deux enginz pour lever les grosses pieces du bosc". A Chambéry figurerà non più con la generica qualifica di "carpentator", ma con quella ben più impegnativa di "magister ingeniator domini", cioè proprio specialista nella costruzione di ingenia, di macchine, fossero esse macchine di cantiere o macchine da guerra. Ora non ci si puo non chiedere se le competenze che dovettero valergli questo titolo ufficiale Giacomo non abbia cominciato a mostrarle proprio qui a Ripaille, con la costruzione degli argani elevatori richiestigli dai contratto. Si deve anche sottoline– are come il contratto stesso prevedesse una sorta di perizia relativa all'adeguatezza dei materiali approntati da Jacques de Moudon, che sarebbe stata affidata, a lavori termi– nati, a "due bravi carpentieri scelti uno dalla parte di Monsignore, l'altro da mastro Giacomo" 56 • Procedura, questa, che sembra confermare un'estraneità del personaggio al personale di corte. Giacomo doveva essere un artigiano libera professionista, non ancora un funzionario di corte come sarebbe poi diventato in quanta "ingeniator domini", e quindi nel contratto si inserivano queste clausole atte a tutelarne i rapporti con la committenza. Mentre Jacques de Moudon comincia ad approntare le ingenti quantità di de– menti lignei richiestigli si stipulano i contratti con i fratelli Giovanni e Pietro di Saint Maurice, terraillionis, relativi allo scavo delle fondamenta. Per la domus, cioè l'edificio principale dave dovevano trovarsi su due piani le sale "dessouz" e "aute" che abbiamo già citato, si prevedeva uno scavo di 94 tese di lunghezza perimetrale per cinque piedi di larghezza e tre di profondità. Oltre a quelle per le mura perimetrali si sarebbero poi dovute scavare le fondazioni per quattro traverse interne, per la loggia, per le latrine, e per "le sedi dei pilastri dei muri", che dai contesta del canto non si capisce pero come e dave piazzare 57 • 54 BRUCHET M. Le château de Ripaille, Paris 1907, p. 291-293. 55 Supra vol. 1, 2.4. 56 "Deus bons ovres cha puis esliz l'on par la partie Monseigneur et l'autre par meitre Jac– ques", BRUCHET M. 1907, p. 293. 57 "Pro factura et crosatura pedarum seu piesonarum sedium pilarium mureorum factorum intra dictum domificium", BRUCHET M. 1907, p. 293.

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