Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2010
Costruttori di castelli 33 figurative completamente differenti: più moderna, già pienamente internazionale, quella del capomastro dei duchi di Borgogna; molto più radicata nella tradizione trecentesca quella dello scultore operante in area sabauda 78 • La prima impresa di questa nuova campagna registrata nei computa è l'organiz– zazione di una grande cottura di calce tra i mesi di marzo, aprile e maggio del1386. La sua descrizione occupa una quarantina di capitoli di spesa e non starà a seguirla nel dettaglio limitandomi a segnalare che era stata affidata ad uno specifico "magister rafurni", illathomus Mermetus de Crosanr7 9 • È verosimile che questa cottura fosse finalizzata ad un'ipotesi molto precisa: quella della costruzione di una nuova grande torre. Questa si puà seguire a partire da un famoso capitolo dei conti che ho già citato nel primo volume di questo lavoro 80 • Nel mese di marzo dello stesso 1386 Etienne de la Baume, su incarico della contessa, aveva portato "de Parisius in papiru depitam in coloribus" la "formam ... seu patronum" di questa torre. Yale a dire un preciso progetto cartaceo. Il progetto veniva discusso in una riunione a cui partecipavano, oltre allo stesso Stefano e al ma– gister operum Jean de Liège, Ibleto e Aimone di Challant, Guglielmo di Grandson, Antonio de la Tour, Jean de Conflens "et pluribus aliis" 81 • Il testo dei conti descrive l'edificio in maniera molto precisa. Avrebbe dovuto sorgere "infra dausuram Rippaillie ante viretum eundo ad portam dausure Ripaillie, ex parte Fisterne". Le sue fondazioni avrebbero dovuto misurare 92 piedi per 68 per uno spessore di 9 piedi almeno fino a tutto il primo piano fuori terra. Avrebbe dovuto svilupparsi per tre piani di altezza e il coronamento avrebbe dovuto essere "cum qua– tuor parvis turribus in quatuor angulis et coronata cum forosa sine tecto tota platta de super". Avrebbe dovuto avere una scala a chiocciola ricavata "infra spissitudinem dicti muri", e naturalmente avrebbe dovuto essere completata con tutte le sue porte e finestre, e con un "ponte levante inter dictam turrim et viretum Rippaillie" 82 • 78 Sui due Jean de Liège v. BEAULIEU M. 1 BEYER V. Dictionnaire des sculpteurs français du Moyen age, Parigi 1992, e bibl. relativa. La bibliografia di questo Dictionnaire, non cita BAUDOIN J. La sculptureflamboyante, Bourgogne Franche-Comté, Nonette 1983, che afferma "Il semble bien que Jean de Liège soit distinct de ce "iohannes de Leodio" qui a apposé sa signature sur les stalles de Saint-François de Lausanne" (p. 345, nota 319). 79 BRUCHET M. 1907, pp. 339-342. 80 Supra vol. I, p. 223 e 276-277. 81 Queste "riunioni di lavoro" dovevano essere abbastanza frequenti. A parte il caso delle innumerevoli perizie richieste per il Duomo di Milano nella fase iniziale della sua costruzione possiamo ricordare, tra i casi segnalati recentemente, quello del verrice tra gli architetti delle catte– drali di Rouen (Roullant le Roux), Beauvais (Martin Chambiges) e Chartres Qean de Beauce) sul problema della ricostruzione della torre lanterna all'incrocio tra navata e transetto della cattedrale di Rouen nel1516. V. MEUNIER F. Une rencontre au sommet: les maîtres maçons des cathédrales de Rouen, Beauvais et Chartres réunis en 1516, in Bos A./ DECTOT X./ LENIAUD J.-M./ PLAGNIEUX PH. Materiam superabat opus, Hommage à Alain Erlande-Brandenburg, Paris 2006. 82 BRUCHET M. 1907, pp. 342-343. Il termineforosa indica un coronamento a caditoie
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