Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2010
38 Bruno Orlandoni tamente "plastratà' dal solito Mermeto Thome, che, evidentemente, a Ripaille si era conquistato il ruolo di "stuccatore e intonacatore" di fiducia di Jean de Liège e della contessa. Allathomus Pietro Crusilliet si affidava l'incarico di costruire il camino "de tuphis" e il fabbro Jean de Seminaz di Annecy forniva le crociature in ferro per le quattro finestre che si aprivano sulla loggia. I chiodi e tutte le altre ferrature neces– sarie erano acquistati a Ginevra. Si accenna anche ad una serratura per la porta che dalla loggia dava accesso al viret'- 01 • Altri due carpentieri di Thonon, Stephano de Balesone e l'altro "dicto Estrabu– chet", lavorano ad un'altra loggia, sempre dietro la camera della contessa ma questa volta non in direzione della camera della piccola Bona, ma in direzione della latrina della grande sala. Anche in questo caso, pero, come già in quello della torre "apporta– ta de Parisius", è documentato un cambiamento di programma. I carpentieri, infatti, preparano, tra gli altri materiali, quattro "mantellis quercus" che avrebbero dovuto essere impiegati in quattro camini, uno nella camera della contessa e tre nella loggia. Ma il conto precisa subito "quod minime factum fuit". Difatti illegname verrà im– piegato invece nelle camere di Pietro de Lompnis, del portiere e del fornaio 102 • La costruzione della loggia comunque procedeva. Pietro "che non ride" lavorava alla sua copertura mentre Stefano de Balesone e Estrabuchet venivano pagati "pro tribus loeris". Dai momento che questi, "supra tectum ipsius logie", dovevano servire "ad illuminandum cameram Domini", nonché il "retracturn'' della stessa e la camera del piccolo Amedeo, se ne dedurrebbe che dovesse trattarsi di tre abbaini, "de fustà' e "copertis ... scindulis et clavinis" 103 • A conferma della relativa aleatorietà del modus operandi del cantiere, e forse anche di vistose incertezze nelle scelte della committenza, giunge pero, subito, la notizia che "quequidem logia post modum de mandato Domine majoris fuit remota videlicet circa tres partes ipsius", mentre un quarto circa della loggia rimaneva al suo posto "a parte dicte logie domine majoris". I materiali recuperati dallo smontaggio della loggia venivano reimpiegati in parte dal carpentiere Girardo de Boulo "in veteri tecto magne logie Rippaillie". Ma solo in parte. Il resto della vicenda ci lascia assolu– tamente stupefatti: con meticolosa pignoleria il conto precisa infatti che la parte di dementi architettonici in legno non reimpiegata nel tetto sarebbe finita "concremata et consumpta ... tarn in coquina dicti loci Rippaillie quam pluribus cameris loci eju– sdem'', nel mese di gennaio dell'anno 1389 "quando domine comitisse et dominus cornes venerunt de Chamberiaco ad dictum locum Rippaillie" 104 • Facciamo fatica ad immaginare il costo a pezzo dei polli arrostiti con un combustibile tanto prezioso. 101 BRUCHET M. 1907, p. 349. 102 BRUCHET M. 1907, p. 350. 103 BRUCHET M. 1907, p. 350. 104 BRUCHET M. 1907, p. 350.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=