Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2010
1 Costruttori di castelli 45 dallathomus Crusilliet. 20 piedi erano poco più di tre tese, vale a dire circa sei merri. Ma anche un pagamento fano al solito lathomus stuccatore Englesü "in reparando et repleendo antiquas plancherios seu antiquam tralesonam de subtus dictam ca– pellam"134. E ancora la presenza del viret che permetteva di salire dalla camera della contessa, più bassa di 14 scalini, cioè di circa tre merri. I.:assetto chiaramente gotico sembra confermato anche da quel poco che si puo intuire delle finesrre. Cerro le localizzazioni sono sempre problematiche ma la preci– sazione che le due grandi 0 fossero sulla parete dell'altare, insieme ad alrre "grandi finestre" sembrerebbe rimandare ad un tipo abbastanza precisa in cui potremmo im– maginare rre grandi lancette sormontate dai due oculi circolari 135 . Purtroppo un dato successivo relativo alla "plasrraturà' delle finestre sembra conrraddire in parte questa ipotesi. Si parla infatti di una "magna finestra duplicis forme desupra majus altare ... a parte nemoris Rippaillie, cum uno 0 supra dictam finesrram", cioè di una bifora con le due lancette raccordate da un oculo. Un'altra finestra "ad unum 0 octo pedum de altitudine" si trovava invece "in alia parte a parte magne logie dicte capelle, in muro altato de quo superius agitur" 136 . Il muro in questione doveva essere il pignone in cui possiamo immaginare la presenza dell'altro rosone. Il fano che si fosse dalla parte della loggia, dove già Jean Porret una quindicina di anni prima aveva lavorato al pottale, permette di localizzare tutto cio dalla parte della facciata della cappella. Erano, le due 0 citate in questa parte del conto, le stesse ordinate un decennio prima a Jean Porret? Difficile dirlo. Il fano che quella "a parte magne logie" misurasse 8 piedi sembrerebbe contraddire questa ipotesi, dal momento che le due finestre di Porret ne dovevano misurare solo 6. Certo l'assenza di riferimenti visivi è particolarmente penosa ma anche solo le terminologie rimandano ad alrri monumenti. I.:accesso alla cappella tramite viret– dalla camera della contessa- ricarda i viret della Sainte Chapelle di Parigi. I.:oratorio delle duchesse ricarda gli oratori delle Saintes Chapelles di Bourges e di Riom e della chiesa della Certosa di Champmol. Anche l'idea della volta lignea rimanda a Cham– pmol, mentre i numerosi banchi - sia per i conti che per il dero - non possono non farci pensare al banco della Certosa di Champmol oggi al Museo Archeologico di Dijon e a quello della Sainte Chapelle di Bourges nella chiesa di Morogues 137 • Va da sé che in assenza degli oggetti principali del discorso tutte le ipotesi sono possibili e opinabili allo stesso modo. Certo èche l'idea che questa cappella privata, l34 BRUCHET M. 1907, p. 360. 135 BRUCHET M. 1907, p. 360. 136 BRUCHET M. 1907, p. 360. 137 Singolare il fatto che il banco della Certosa di Champmol fosse stato realizzato negli ulti– missimi anni del secolo dai Jean de Liège carpentiere dei duchi di Borgogna, che come ho detto ri– tengo essere solo un omonimo del Jean de Liège magister operum qui a Ripaille. V. supra nota 78.
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