Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2010

50 Bruno Orlandoni compedem quercus". E ancora "in camera Amedei, filii dicti domini, unum chivi– cium, unum buffetum, unum banchet; in camera domicelle filie dicti domini comi– tis 3 magnos chauliet garnitos de chiviciis, unum marchipiaz circumcirca chimina– tam dicte camere, mensas, scanna, tripides et fondum in uno buffeto, in tralando et planchiando logiam dicte camere, imparando de ante et de juxta, litellando de super una parte dicte camere et muniendum unum armeyrium et unam mensam de fusta pro ponendo brichium seu conabulum dicte domicelle". E cosl via. Riporto l'elenco quasi completo perché mi pare che valga quasi come un inventario 152 • Il conto continua ancora con una serie di pagamenti al "vitrearius seu verrearius" Johannes Tebaudi e si chiude nel 1390 con un'ultima serie di pagamenti ai carpen– tieri Nycodo Barjon e Marqueto de Montagnier, sempre per interventi a diverse camere 153 • 18.5 IL CASTELLO DI AMEDEO VIII: 1409-1412, 1433-1434 Fino a questo punto l'impressione è veramente quella di un cantiere in continua trasformazione. Evidentemente il posto doveva essere stato eletto da Bona di Borbo– ne - la vera mente di tutta l'operazione, anima della costruzione del castello e della sua progressiva ascesa - per diventare una sorta di luogo del cuore, di vera e propria residenza rifugio, come sembra indicare la lunga serie di camere appositamente riser– vate alle dame della corte, tra cui spiccano le valdostane: Fiorina Provana, sua figlia Bona di Challant, sua nuora Elinoda de Pernay, Caterina di Quart, ognuna titolare di una sua stanza personale al castello. Quelli del 1390 sono pero pracicamente gli ultimi conti significativi. Subito dopo la situazione precipita con la tragica scomparsa del conte Rosso. Quella che sarebbe stata la vera e propria tragedia di Ripaille avrebbe portato ad un progressivo abbandono dell'edificio da parte della corte sancito poi in maniera definiciva dall'al– lontanamento di Bona di Borbone e dalla sorta di esilio a Mâcon a cui sarebbe stata costretta. Per ritrovare nuovi segni di vita bisognerà arrivare alla maturità di Amedeo VIII, alla fine del primo decennio del nuovo secolo. Sarà allora che Amedeo, certo memore del dramma che, ancora bambino, l'aveva privato del padre, deciderà di trasformare il castello in una residenza religiosa, sede di un priorato di canonici regolari agostiniani. I conti, anche in questo caso, si sviluppano per diverse pagine coprendo gli anni dal1409 al1412 e sono tenuci dai vicecastellano di Thonon, Peronet du Pont. Cominciano con i pagamenci per le solite cotture di calce e per il reperimento dei 152 BRUCHET M. 1907, p. 370. ll "brichium seu conabulum" era chiaramente la culla della contessina che aveva due anni. 153 BRUCHET M. 1907, pp. 370-371.

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