Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2010

Costruttori di casteOi 51 materiali. Si compra anche moita molassa, poi pietra da taglio, legname, e se ne di– spone il trasporto fino a Ripaille 154 • Ben presto appare Rodolfo de Prato, con gli incarichi di "magister operum do– mini" e "magister carpentarie domini". Si lavora soprattutto attorno alla cappella per la quale si acquistano tegole. Molte vengono ordinate a Girardo Serragini "de Pari– sio", che le cuoce appositamente a Filly. I lathomi impegnati sono i fratelli Nycoleto e Petrus Moudrici e Petrus Maczon, tutti "de Margencello", che lavorano al campanile, in particolare al viret e ai solai, e che realizzano anche "2 os . . . in capella domini". Non si capisce se fossero altre finestre ad 0 - cioè rosoni o semplici tondi - aggiun– tive rispetto a quelle fatte trent'anni prima da Jean Porret, o ancora se non si trattasse di un rifacimento di quelle stesse finestre 155 • Si citano molti edifici, la maggior parte dei quali sembrerebbe doversi identifica– re in quelli antichi. Coslla "magna domo" sarebbe il corpo principale del castello di Bona di Borbone, mentre la "logia domini" sarebbe quella dei computa di trent'anni prima. Si cita perà anche chiaramente una "domus nove magne ecclesie Rippaillie" che sembrerebbe non poter coincidere con la "capella domini" del conte Rosso. Si lavora anche a rifare una grande cinta muraria attorno al bosco, affidata a "Peroneto Girardo, Johanneto Rola, fratribus et Stephano et Johanni Grossi, lathomis" 156 , e si provvede pure a regolare i corsi d'acqua tangenti al castello e al bosco 157 • Riappare un personaggio che si era già visto più volte in vari ruoli sui cantieri di Jean de Liège: illathomus Petrus Crusilliet. Peronet du Pont gli affida l'incarico di costruire il campanile della chiesa "in angulo murorum capellarum et clausurarum dicti loci". A pianta quadrata avrebbe dovuto avere una canna interna di 12 piedi e un muro di 5 piedi di spessore al piano terreno, quindi un lato complessivo di 22 piedi: tra i sei e i sette merri di lato. Per quanto riguarda l'altezza il contratto precisa solo che avrebbe dovuto misurare "tantum quantum domino placuerit", ma succes– sivi capitoli affidano allo stesso lathomus l'incarico di costruire un viret di 22 gradini. Di fatto si registrerà poi la realizzazione prima di 20 gradini, poi di altri 16 e infine di altri 7. È quindi verosimile che fino al piano delle campane la torre misurasse 43 gradini: circa 8 merri e mezzo, a cui si sarebbero poi dovute aggiungere le altezze della cella campanaria e della cuspide sovrastante 158 • Questa veniva affidata ai carpentieri Nycoleto Coquardi e Peroneto Brianczat con cui si concludeva un contratto "pro faciendo dictum befrerium et acus clocherii capelle domini" 159 • Doveva tratrarsi di 1 54 BRUCHET M. 1907, pp. 439-441. 1 5 5 BRUCHET M. 1907, p. 441. 1 56 BRUCHET M. 1907, p. 443. 157 BRUCHET M. 1907, pp. 443-444. 1 5 8 BRUCHET M. 1907, pp. 444-445. 159 BRUCHET M. 1907, p. 445. "Befrerium" evidentemente per "beffroi". ln questo caso direi la cella campanaria.

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