Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2010
52 Bruno Orumdoni una cuspide accantonata perché nel pagamento al Brianczat si precisa che è "incluso operagio turillionorum eorumdem". · I lavori si svolgevano anche all'interno della chiesa. Si facevano (o rifacevano?) gli altari, si ordinava la confezione di un antifonario, si acquistava una croce di ottone dorato. È in questa parte dei conti che appaiono anche le informazioni - spesso citate dagli storici dell'arte piemontesi- relative alla presenza a Ripaille di Giacomo Jaque– rio. Il pittore il 21 maggio 1411 dichiarava di aver ricevuto 15 fiorini "de et pro dua– bus ymaginibus Sancti Mauricii per ipsum depictis domino et quas debet ponere in Rippallia". Il successivo 17 giugno riceveva altri 13 fiorini "pro factura duarum yma– ginum Sancti Mauricii, quarum una posita fuit in ecclesia Rippallie et alia in ecclesia Sancti Boni prope Thononium". Infine il18 novembre 1412 riceveva prima 5 poi 9 fiorini "ex causa reparacionis tabularum apportatarum aJanua apud Rippalliarn" 160 • Intanto alla colombaia lavoravano prima il carpentiere Peroneto Brenczat e poi un'altra vecchia conoscenza di Ripaille: il magister Johannes Englici, gratificato dei titoli professionali di "lathomo et greatori" 161 • Sono poi elencati lavori al forno, alla cucina e al pozzo che veniva coperto con una tettoia e dove si sistemava un nuovo castello ligneo perle carrucole 162 • Un'altra serie di lavori riguarda la cappella che veniva abbondantemente "pla– strata". Si citano moiti artigiani sia lathomi che carpentieri che spesso si spostano dall'una ali' altra parte del cantiere. Cosl il Brenczat dopo aver lavorato alla colombaia costruisce i letti peril "loco vocato Dormiour' , mentre illathomus e intonacatore Ma– theo de Lignier lavora prima alla cappella di Ripaille poi si sposta a Saint-Bon 163 • 160 BRUCHET M. 1907, p. 448. La rilettura dd resto è una buona occasione per fare il punto preciso sulle cornrnesse affidate al grande pittore torinese. Troviamo infatti prima due ymagines di San Maurizio che si dicono "depictis" da Jaquerio e da porsi entrambe a Ripaille. Poi, un mese dopo, un pagamento quasi identico per due immagini, sempre di San Maurizio, "pro factura". Queste immagini sono state messe (attenzione: nel primo caso "debet ponere", nd secondo "posita fuit") una a Ripaille, l'altra a Saint-Bon. lnfine, un anno dopo, un pagamento peril restauro di due ta– vole dipinte portate da Genova. Lultima cornrnessa non sembra aver nulla a che fare con le prime due. Jaquerio, in quest'ultimo caso, interviene su opere non sue per rimediare a guasti, quasi di cerro provocati dal ttaspono delle tavole in questione da Genova a Ripaille. Le altre due commesse restano ambigue. Da un lato si potrebbe pensare che i pagamenti fossero rdativi a due ymagines, sicuramente scolpite, prima "fane" e poi dipinte da Jaquerio, destinate entrambe a Ripaille, una delle quali sarebbe poi stara invece dirottata a Saint Bon. Non si puo pero neppure escludere che le due commesse fossero diverse e quindi che le opere in questione fossero quanro, le prime due, entrambe per Ripaille, solo dipinte da Jaquerio; le altre due scolpite dal maestro e destinate una a Ripaille e l'altra a Saint-Bon. Stando alla Jettera dd resto appare comunque molto probabile che Jaquerio avesse operato anche come seultore: le ymagines, infatti, nei documenti tardomedievali sabaudi sono quasi sempre sculture, mentre i dipinti sono tabule piete. 161 BRUCHET M. 1907, p. 448. 162 BRUCHET M. 1907, p. 449. 163 BRUCHET M. 1907, pp. 449-450.
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