Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2010

56 Bruno Orlandoni Cerro i 40 anni che intercorrono tra le due segnalazioni sono molti. Ma è possibile. Limitandoci ai personaggi che più abbiamo inseguito nelle pagine di questi tre volu– mi possiamo citare moiti altri analoghi casi di buona longevità operativa. Mossettaz è documentato per 39 anni, dal1420 al1459 e qualora si riuscisse a dimostrare che era già lui lo Stefano da Milano impegnato con Jan de Prindall alla Sainte-Chapelle di Chambéry nel 1409, sarebbe documentato per mezw secolo. Jean de Malines è an– che lui documentato dal1421 al1459. E superano il mezzo secolo- anche se di poco -le carriere documentate di Giacomo Jaquerio (1401-1453) e di Aymonet Corniaux (1402-1453). Un altro lathomus e scultore coinvolto nelle vicende di Ripaille che puà fornire un efficace esempio, in quanto documentato su sequenze cronologiche di notevole durata, è proprio il Matthaus Ensinger che ho appena citato. Matthaus doveva appartenere alla generazione di Mossettaz ed essere nato attorno al 1390 a Ulm. Nel1420 era già sufficientemente esperto ed affermato da essere chiamato dalla città di Berna a gestire il cantiere del münster. È a Berna che riceveva le commesse di Amedeo VIII da cui veniva coinvolto nella progettazione di una nuova monumentale chiesa a Ripaille, iniziata ma mai portata a termine. Sempre per Ripaille nel 1435 realizzava due statue e - come si è visto -la tomba in ottone di Manfredo di Saluzw. Nel 1440 lasciava Berna per riapparire nel1446 nella sua città, Ulm, con l'incarico di capomastro del Duomo, incarico che gestiva fino alla morte, documentata nel 1463, dopo almeno 50 anni di attività 181 • Nel caso del nostro Sadono forti dementi di conferma delle possibilità di iden– tificazione sono poi la sicura coincidenza della professione e l'area geografica. Il Sa– dono di Fénis era "de Versoya", di Versoix, sullago di Ginevra. E qui a Ripaille siamo proprio sullago di Ginevra, anche se sull'altra sponda. Le probabilità che il Sadono di Ripaille fosse lo stesso lathomus che 40 anni prima - a questo punto direi forse neppure trentenne - aveva condotto il cantiere del cortile di Fénis sono quindi veramente molto elevate. C'è un ulteriore dato che non puo non incuriosire. Qui a Ripaille Sadono appare con una sorta di cognome: "Boytoux". Mi pare abbastanza evidente che boitoux ha tutta l'aria di essere stato prima che un cognome un epiteto, naturalmente per boîteux. E se sl, perché Sadono è boiteux a Ripaille e non a Fénis? Cepiteto era forse la risultante di un incidente di cantiere occorso ad un cerro punto di una carriera quarantennale? È evidente che sono tutte domande destinate a restare senza risposta. Cerro è che un po' alla volta quelli che fino a pochi decenni fa ci apparivano solo come mucchi di sassi muti e abbandonati, un poco alla volta si rianimano, diventano palcoscenici sempre più affollati su cui si sussurrano singoli nomi, ma nomi che via via diventano ombre e in qualche caso ombre che acquistano anche fisionomie; cerro ancora vaghe e indefini– te, ma reali, quasi palpabili. 181 MOJON L. Der Münsterbaumeister Matthiius Ensinger, Bern 1967.

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