Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2010

Costruttori di castelli 59 18.7 1 COMPUTA DI RIPAILLE: INDICAZIONI METODOLOGICHE E OPERATIVE Fin qui i dati deducibili dagli estratti pubblicati da Brochet per quanto riguarda il più stretto profila delle problematiche di cantiere. Credo ne sia evidente l'impor– tanza per moiti motivi. Il primo supporta che questi dari forniscono è relativo alla definizione di un quadro operativo generale. Le informazioni contenute nei conti non si limitano a permettere di delineare con notevole precisione un contesta profes– sionale ampio in cui andare poi a collocare anche eventi più specifici e per certi versi minori, quali quelli forniti dai cantieri dei castelli valdostani. Fanno molto di più. Soprattutto, direi, contribuiscono a demolire in maniera radicale una serie di pregiu– dizi ai quali spesso i nostri ragionamenti e le nostre valutazioni sono ancorati. Le due cose vanno viste insieme. Il primo dato importante è quello relativo alla mobilità della mano d'opera, dai più alti livelli progettuali e dirigenziali fino ai più banali piani operativi. Si parte dai livelli più bassi, la manovalanza, che coinvolgono solitamente le popolazioni locali impiegate nelle corvées più disparate, per passare subito ai livelli dei quadri tecnici. Questi riguardano tutta la regione del Lemano e, spesso, si estendono a tutta la Savoia. Oltre al personale di Thonon ed Evian troviamo impiegati al castello come fornitori, operai, trasportatori, personaggi che arrivano da Ginevra, Losanna, Nyon, Evian, fino ad Annecy o Chambéry. Lo stesso è per i materiali. Di solito provengono da un'area re– lativamente ristretta, ma quando necessario non si esita a fare arrivare dei tronchi fin da Chambéry. Allivello superiore, poi, il personale più qualificato puo avere le origini più diverse. Cosl tra i principali capomastri o tra i fornitori coinvolti nei lavori al castello troviamo riferimenti a Friburgo, Berna, Liegi, Parigi, Noyon, Langres, Norimberga, o alla Lombardia e a Torino. Da Parigi arriva addirittura un progetto, quello per la torre portato da Etienne de la Baume e attentamente valutato oltre che dal capomastro Jean de Liège anche da Aimone e Ibleto di Challant, che, avendo alle spalle la costruzione di capolavori come Pénis e Verrès, ovviamente dovevano intendersene. Se certe presenze straniere potevano considerarsi occasionali e spesso erano limi– tate al singolo individuo, abbiamo pero anche testimonianze di veri e propri trasferi– menti di intere équipes programmati a livello centrale. Sui computa di Jean de Liège degli anni 1384-88 è registrato questo capitolo: "Libravit in expensis 12 carpentatorum et lathomorum quos idem magister Johannes ivit quesitum de mandata domini comitis Sabaudie apud Friburgum et Bernam die I mensis decembris anno 1387 ad eundum ultra montes et serviendum dicto domino in artibus suis in castro et villaVarrue et alibi ubi placeret domino, portando eximenta sua et arnesia seu arma sumptibus dicti domini per spatium sex mensium et ultra si dicto domino placeret, pro quolibet mense et pro quolibet ipsorum sub stipendiis 6 florenorum" 192 • Il capitolo continua precisando che sei di questi artigiani si erano 192 BRUCHET M. 1907, PP· 354-355.

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