Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2010
60 Bruno Orlandoni già riuniti a Chambéry e che gli si pagavano gli stipendi e le spese di permanenza. Il fatto puà essere messo in relazione ad un evento storico preciso, l' assedio di Verrua condotto nel 1386 da truppe dei marchesi di Monferrato con l' appoggio dei Saluzzo e dei Visconti. I..:assedio evidentemente doveva aver messo in luce precise debolezze strutturali delle difese di Verrua tanto da far ritenere necessario un intervento massic– cio di alto livello sotto il profilo dell'ingegneria militare. Non sappiamo se questo progetto sia stato poi effettivamente portato a termine. Mi pare comunque quanto mai significativo il reperire dari inequivocabili già solo sull'intenzione di attuarlo. Il fatto che l'architetto di corte- che, non dimentichia– molo, era di Liegi - venisse mobilitato per organizzare una squadra di ben dodici carpentieri e tagliapietre friburghesi e bernesi nell'intenzione di mandarli a lavorare al castello di Verrua, mi sembra dirla veramente lunga sui meccanismi di circolazione della forza lavoro possibili nella contea di Savoia. La cosa, ovviamente, interessa tutte le areee geografiche dello stato. Anche la Valle d'Aosta. E in questo caso specifico potrebbe riguardarla piuttosto da vicino. Tra i responsabili della difesa di Verrua nel 1386 ci fu infatti Ibleto di Challant, mentre tra i castellani di Verrua ci fu Amedeo di Aymavilles. Non mi sono posto la pena di andare a verificare se quest'ultimo in coincidenza di questi eventi o se solo più tardi, ma quella delle responsabilità dirette degli Challant nei loro ruoli di castellani e balivi oltralpe come in Piemonte è di certo una ricerca tutta da impostare i cui risultati sono davvero imprevedibili. Un secondo dato fondamentale che emerge con chiarezza dai conti è la aleato– rietà e la reversibilità di certe scelte. Abbiamo di solito la tendenza ad immaginare che questi cantieri si sviluppassero sempre secondo linee di assoluta coerenza e rigore, mossi da progetti unitari condivisi da committenti ioBessibili come dai loro capoma– stri di fiducia, secondo procedure e sequenze lineari. Non è sempre cosl neppure oggi, dopo secoli di sperimentazioni delle metodologie progettuali più ra.ffinate, ed è evi– dente che a maggior ragione non poteva essere sempre cosl in un'epoca in cui queste metodologie erano in fase di nascita e di sperimentazione. A Ripaille le vicende della costruzione lungamente preparata e poi interrotta e accantonata della torre su proget– to parigino sono testimonianza inequivocabile di quanta incidenza potessero avere i cambiamenti di programma. Anche radicali. E la conferma di cià sta nel fatto che nei computa sono presenti altri casi analoghi. Come quello relativo ai travoni acquistati per i camini della loggia e dirottati poi invece ai camini di altre camere 193 ·oppure quello - quanto mai significativo - della loggia dietro la camera di Bona di Borbone, verso le latrine della grande sala, che, quasi del tutto terminata, veniva smontata· e ridotta ad un 'solo quarto, mentre il materiale dei tre quarti demoliti finiva nei camini del castello come legna da ardere. Se la lettura dei cantieri del castello di Chambéry ci aveva messo sull'avviso 193 Supra nota 102.
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