Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2010

Costruttori di castelli 63 famoso aforisma- orientale naturalmente- che più o mena recita "quando il saggio indica la luna lo sciocco guarda solo la punta del dito del saggio". Il problema del ruolo degli Challant negli sviluppi dell'architettura e dell'inge– gneria militare, come documentato nei conti dello stato sabaudo, si apre con Aimone di Fénis. Già nel 1947 Augusto Cavallari Murat, occupandosi delle fortificazioni di Lanw scriveva: "Margherita (di Savoia) faceva frequenti e talvolta lunghe dimore a Lanw. Il padre le aveva messo a fianco un valorosissimo castellano, una delle fi– gure più in vista del tempo, uno dei suai più fedeli ed intelligenti collaboratori nel programma di espansione al piano: Aymone di Challant. Attorno a questa figura di uomo politico e di soldato si polarizzo appunto buona parte della storia interessante i "fortalicia burgi Lancei". 1 conti della castellania di Lanza che portano il nome del Valdostano vanna dal 1329 al 1348, e, dopo un biennio di assenza, dal 1350 al 1357; e registrano una infinità di spese per la costruzione di mura e per l' acquisto di armi assai progredite • • "196 per 1temp1 ... . Naturalmente castellania di Lanw non significa solo Lanzo. Recentemente, per esempio, si è citato il ruolo centrale assunta da Aimone nella ricostruzione del castel– lo di Balangero attorno al1357 197 • Si erano già segnalate a più riprese le implicazioni di Aimone nel campo dell'in– gegneria militare quando aveva diretto le mine e le macchine da guerra ail'assedio del castello di Gex nel1353, oppure quello esercitato dalla stesso nella fase iniziale della costruzione del castello di lvrea nel 1364, mentre non va dimenticato che ad Aosta Aimone, dal 1353, sarebbe stato il vero responsabile di tutta la fase iniziale della costruzione della chiesa di San Francesco. Nei computa trecenteschi di Bard, inediti, Aimone appare poi almeno dal 1361-1362 nel ruolo di revisore dei conti, e poi, dal 22 settembre 1371, direttamente investito del titolo di castellano, figura comecom– mittente di rifacimenti di tetti- peraltro assolutamente periodici -, della ricopertura delle due cappelle, della ricostruzione della forca e della risistemazione del portone principale. Alle sue dipendenze operano i lathomi Giovanni Perreti (o de Perreto), Johannes de Cresto, Dominicus Topi e Johanninus de Revorey. Ora Aimone appare con una certa frequenza anche nelle vicende legate alla co– struzione del castello di Ripaille. Possiamo cominciare dal1380. es settembre sono registrati acquisti di terreni da parte di Bona di Borbone "in dicta domo Rippaillie, in camera secretarii domini comitis ... presentibus nobili vira domino Aymone de Chalant, domino Fenicii et Ameville" 198 • 196 CAVALLARI MURAT A. La trecentesca "Porta d'Aymone" in Lanzo torinese, in BSPABA NS 1-4, 1947, p. 37. 197 MOLA DI NOMAGLIO G. Feudi e nobiltà negli stati di Savoia, Soc. Storica delle Valli di Lanzo, Lanzo 2006, p. 427. 1 9 8 BROCHET M. 1907, p. 331.

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