Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2010
Costruttori di castelli 83 commessa di tre campane nuove del 1519 ha anche le note di spesa e incasso. Lo stes– so dicasi peri registri della fabbrica della Cattedrale relacivi agli anni 1555-1561 276 • ln definitiva uno spulcio preliminare di questi computa, distribuiti nell'ampio arco di tempo che va dal primo decennio del '300 fino all'inizio del '500, non resti– tuisce le 40 annotazioni in cifre arabe contenute nel Liber Computorum. ln Valle d'Aosta, come nel resto d'Europa, non viene meno l'uso della numera– zione romana nei documenci e nella contabilità fino al primo ventennio del 1500, allorquando compaiono le prime date in numeri arabi nelle lettere, negli atci notarili ole cifre di spesa nei libri contabilim. ln realtà i conti con cifre arabe e l'uso dello zero erano noti da almeno di tre secoli. La numerazione indo-araba viene a contatto con la cultura occidentale grazie all'opera di Leonardo Bigollo da Pisa detto Fibonacci (filius de Bonacct) (1170-dopo il1240)2 78 • Nel1202 il LiberAbaci rivoluziona e semplifica l'esecuzione delle quattro operazioni e altri calcoli complessi. Adottate nella pratica delle transazioni commer– ciali, le cifre arabe non ebbero invece alcuna influenza sulle scritture contabili almeno fino all'inizio del1500 279 • I.:ostracismo nei confronti dell'adozione della numerazio– ne indo-araba nei libri di conti ufficiali ebbe, a seconda degli autori, motivazioni di– verse. Le prescrizioni di proibizione emanate dal1299 al1347 nello Statuto dell'Arte del Cambio di Firenze e ancora nel 1494 dal consiglio comunale di Francoforte 276 ACA, inv. BOITE107 LOI D_069; crS B16Al L2 D_027; crS B16Al L2 D_028; crT BI6Al L2 D_041. m Ho esarninato preliminarmente una raccolta di documenti in lingua latina e francese, redatti dall'inizio del1400 fino all598, trascritti con il facsimile a fronte da Justin Boson e i libri di conti della Fabbrica della Cattedrale. Nei primi le cifre arabe compaiono nei documenti in lingua latina non prima dell555, mentre in quelli in lingua francese già ne! 1537. V. BOSON J. Paléographie Vafdfjtaine, nme partie, Aoste 1951, pp. 63, 67. 278 Alla diffusione della notazione in cifre indo-arabe non contribul solo il più famoso Fibo– nacci, ma anche due matematici vissuti nella prima metà del XIII secolo: Alessandro di Villedieu (1202 ca.) e Giovanni di Halifax detto Sacrobosco (metà del XII sec. - Parigi 1244 o 1256) , au– tori rispettivarnente del Carmen de algorismo e dell'Algoromus vulgaro. V. BAGNI G.T. Storia della Matematica. L Dall'Antichità al Rinascimento. IL Dai Rinascimento ad oggi, Bologna 1996; BAGNI G.T. Dopo Larte de labbacho. Manuali di Matematica dai XValXIXsecolo, "Quaderni dell'Ateneo di Treviso", 8, Treviso 1998. Perl'edizione del LiberAbaci cfr. BONCOMPAGNI B. Scritti di Leonardo Pisano matematico del secolo decimoterzo, LiberAbbaci, Vol. 1, Roma 1857. Aggiornata trattazione sui trattati di algorismo e su Sacrobosco e Villedieu in AMBROSETI1 N. L'eredità arabo-islamica nelk scimze e nelk ani del calcolo dell'Europa medievale, Milano 2008, pp. 233-245. 279 ANTINoru C. La contabilità pratica prima di Luca Pacioli: origine della partita doppia, "De Computis. Revista Espaiiola de Historia de la Contabilidad", N. 1, diciembre 2004, p. 6, in www.decomputis.org. Il primo libro a stampa di matematica è Larte dell'abbacho, un incunabolo anonimo noto anche con il titolo di Aritmetica di Treviso, datato 10 dicembre 1478. ROMANO G. (a cura di), Larte de labbacho, copia anastatica, Treviso 1969; BAGNI G. T. L'Aritmetica di Treviso, in: D'AMoRE B. 1 SPERANZA (a cura di), Lo sviluppo storico della matematica, v. 1, Roma 1989, pp. 27-34.
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