94 La necessità di intervenire per il risanamento delle strutture pavimentali ammalorate, all’interno di un più ampio e articolato cantiere di restauro che ha coinvolto l’intero edificio religioso,1 è stata la causa scatenante di una breve indagine archeologica che ha riguardato nell’estate del 2017 la chiesa di San Pantaleone di Émarèse (fig. 1). L’intervento iniziato come un’operazione di semplice assistenza in fase esecutiva, a seguito dell’affioramento delle prime strutture, ricoperte da un deposito ricco di macerie, si è mutato in una vera e propria indagine archeologica, che ha coinvolto l’intera fabbrica e ha permesso di ricostruire l’articolazione spaziale della chiesa prima della sua completa riedificazione, avvenuta tra il 1882 e il 1883.2 La rimozione dello strato macerioso3 per una profondità pari a circa 50 cm ha immediatamente messo in luce come la parrocchiale ottocentesca abbia sostituito quella antecedente mediante un’operazione di demolizione pressoché integrale delle strutture murarie antiche, la cui articolazione planimetrica è tuttavia stata mantenuta in più punti come base per l’appoggio dei nuovi perimetrali (fig. 2). Il volume, che si configura oggi a navata unica, risulta ampliato verso est e verso nord rispetto all’edificio precedente, ad inglobare verso nord-est quella che in fase medievale doveva apparire come una sorta di navatella laterale, che non si estendeva per tutta la lunghezza dell’aula ma ne occupava circa i 3/5, e verso nord-ovest una cappella (o una sacrestia) comunicante con la zona absidale, di forma quadrangolare. L’effetto finale porta l’edificio attuale ad avere una superficie di quasi un terzo maggiore rispetto alla chiesa medievale. L’unico altro inserimento di rilievo avvenuto in fase ottocentesca, se si eccettuano il rifacimento dell’altare in asse alla nuova navata e la realizzazione della cantoria sopra l’ingresso, è la costruzione, al centro dell’aula, di una struttura quadrangolare costruita in blocchi di pietrame delle dimensioni di circa 1,90x2,60 m. Questa presentava i muri perimetrali, costituiti da pezzame lapideo di forme e dimensioni molto irregolari, costruiti contro terra e cioè nel terreno di ricolmatura maceriosa, scaricato durante l’edificazione della chiesa moderna, fatto che ne colloca la realizzazione in un momento successivo la ricostruzione dell’edificio. La struttura è stata identificata con la tomba della famiglia Vagina-Émarèse grazie a una serie di documenti conservati presso l’archivio comunale di Émarèse e presso quello di Bairo, nei quali è testimoniata tutta la lunga procedura per la traslazione dal comune piemontese a quello valdostano delle salme del barone Philibert-Scipion-François d’Émarèse, SAN PANTALEONE DI ÉMARÈSE L’INDAGINE ARCHEOLOGICA PARALLELA AL CANTIERE DI RESTAURO Gabriele Sartorio, Mauro Cortelazzo* 1. La navata della chiesa in corso di scavo. (P. Gabriele)
RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=