Bollettino della Soprintendenza

101 dice, “scaricare i barili” su altri soggetti. Ciascuno di noi dovrebbe avere un ruolo preciso in questa società, che deve essere portato avanti con competenza, coscienza, consapevolezza e serietà, tenendo soprattutto conto delle ricadute positive che tale comportamento potrebbe avere, anche se in minima parte, per il bene e lo sviluppo futuro della comunità in cui si sta operando. Questo concetto vale per tutti i settori lavorativi e per qualsiasi ruolo. Più si svolge il proprio ruolo vicino ai centri di potere decisionali e più il senso di responsabilità, il peso e l’impegno aumentano e devono essere percepiti maggiormente. Spesso un sano senso di responsabilità induce a mettere in discussione le proprie convinzioni per sottoporle ad un confronto allargato, critico, ma che assolutamente non deve essere strumentale. 6) L’inizio del percorso deve essere caratterizzato dalle seguenti tappe: - prendere visione e coscienza della propria condizione e del contesto comunitario in cui siamo - capire che in fondo, con una certa dose di autostima, possiamo fare di più di ciò che facciamo - aspirare alla valorizzazione dei talenti nostri e quelli degli altri soggetti presenti nella comunità. 7) Le risorse per arrivare agli obiettivi previsti da queste tappe sono: il bene (collocando tale concetto in una dimensione di reciprocità), l’attenzione, la cura, la sensibilità e soprattutto la disponibilità all’ascolto. La nostra merce di scambio, che è protagonista per la condivisione, sarà sempre l’esperienza. Dobbiamo promuovere il diritto alla vita nel rispetto del concetto che passa sotto il nome di “diversità” che rappresenta il nostro capitale e la nostra ricchezza. Consideriamo che il vero patrimonio dell’uomo (inteso come individuo e persona) è la sua intelligenza (mentale, razionale, spirituale ed emotiva). Chi possiede tale bene unico, meritorio e non strumentale (la risorsa più preziosa e rara che esiste sulla superficie della Terra) ha il vero potere di controllo e decisionale che, tuttavia, per avere un valore deve essere messo a servizio dell’intera comunità. Il vero capitale dell’umanità non sono i beni materiali ma le idee. Per alimentare tale bene unico è assolutamente indispensabile investire nell’istruzione, nella cultura e nell’educazione (come già detto, nel senso etimologico della parola ex ducere, condurre fuori). Nel settore dei beni culturali, come credo in tutti gli altri, uno dei nostri compiti più importanti è il promuovere un processo educativo costante e continuativo, agire virtuosamente sulla capacità critica degli individui e sulle loro mentalità ed essere predisposti all’evoluzione. 8) Consideriamo la nostra vita un’offerta, un servizio che abbia delle ricadute positive per la comunità. Quando questo dono è spassionato e sincero finalizzato al bene e all’utilità comune, i ruoli tra chi dona e chi riceve non sono più distinguibili e in tal modo, s’innesca un processo quasi magico di reciprocità e condivisione. 9) Tutto questo processo interiore prima, ed esteriore/ relazionale poi, diventa una questione morale. Nell’essere umano emerge la sensibilità e un comportamento morale quando tutto ciò che fa assume una dimensione collettiva di positività e sviluppo. Si deve essere coscienti che qualunque cosa si faccia per gli altri, nel bene o nel male, lo si fa anche per se stessi e naturalmente viceversa. 10) Cerchiamo di fare uno sforzo consapevole per bloccare quel circuito di distratta abitudinarietà che abbiamo scelto inconsciamente (anche se magari non la condividiamo) e che caratterizza il nostro lavoro. Abbiamo da fare una scelta importante e decisiva che ci faccia imboccare la strada della consapevolezza: dobbiamo scegliere di sapere e non essere più ignoranti, abbandonando la superficialità e la banalità, cercando di utilizzare quello straordinario strumento di cui siamo dotati e che è il nostro cervello. 11) Per riflettere abbiamo bisogno di una pausa (i laghi) e di un periodo di silenzio per poter far funzionare logicamente la nostra mente. Per capire e razionalizzare abbiamo bisogno di ascoltare con attenzione le esigenze e le considerazioni degli altri. Dobbiamo essere disponibili a ragionare con la nostra testa e a condividere ascoltando altri essere umani ed essere convinti di poter dare il proprio contributo all’evoluzione del sistema di cui facciamo parte. 12) Nel corso di questo complesso percorso non si deve dimenticare il carburante che, in questo caso, sta nel serbatoio del credere fermamente in quello che fai. Il carburante è l’entusiasmo e la passione con cui porti avanti quotidianamente le tue azioni e le tue attività. 13) Per raggiungere gli obiettivi prefissati con metodi etici e opportuni comportamenti morali, in definitiva, abbiamo bisogno delle seguenti fondamentali qualità presenti in tutti gli individui: - energia, che è presente in tutti gli esseri umani - purezza di intenti - austerità e disciplina verso se stessi - obiettività - incorruttibilità nel valutare gli altri - sentirsi al servizio della società - modestia, che non può mai lasciare il posto alla compiacenza - calma e pazienza. E questo è tutto. A proposito di umorismo sapete qual è il colmo di un architetto a fine carriera che come me è al servizio dell’archeologia? Rendersi conto che finito il “periodo del ferro” arriva inesorabilmente quello della “ruggine”. Grazie!!!!! Grazie a tutti nessuno escluso e… buon lavoro, bon travail e good work. 1) Questa allegoria mi è stata ispirata dalla lettura di un interessante pubblicazione di Antonio Polito Prove tecniche di resurrezione. Come riprendersi la propria vita, Venezia 2018, che consiglio di leggere soprattutto a chi ha raggiunto o superato i 60 anni di età, dono di una mia cara amica nonché stimatissima collega. 2) G. CAROFIGLIO, La versione di Fenoglio, Torino 2019.

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